COMPAGNIA DELL'EST

Mario Mori: non inserite dell'Utri nei verbali!


Da Antimafia2000 (su questo link una ricostruzione, lunga e dettagliata, delle coincidenze in cui lo Stato favorì "incidentalmente" Cosa Nostra)(...) L’incontro tra il capomafia (Provenzano, Ilardo disse alle forze dell'ordine che si sarebbe incontrato col boss, quindi se lo avessero seguito avrebbero preso Provenzano) e Ilardo si terrà verso le 8 del mattino, in una masseria  vicino a quella dove, tempo dopo, sarà arrestato Benedetto Spera. Le Forze dell’Ordine però non arriveranno mai. E questo, secondo Riccio, a causa dell’inerzia dei suoi superiori. “Informai il colonnello Mori – ha dichiarato a processo – lo chiamai subito a casa per riferirgli dell’incontro e rimasi sorpreso, perché non me lo dimenticherei mai, non vidi nessun cenno di interesse dall’altra parte”. “Ci sono rimasto, perché pensavo che mi avrebbe detto: ‘ruba una macchina, corri!’, per dire”. Invece no. Alla fine, come risultato, Provenzano evitò l’arresto e dopo qualche mese Ilardo venne ucciso. Il collaboratore morirà il 10 maggio del ’96 a Catania proprio una settimana dopo la riunione che avrebbe dato il via alla sua collaborazione formale, a Roma in presenza dei Procuratori Caselli, Tinebra, Principato e dei militari Riccio, Mori e Subranni.   Secondo i magistrati la collaborazione portava in sé un vero e proprio uragano.“Certi attentati che noi abbiamo commesso non sono stati commessi per nostro interesse, ma provengono da voi!...” aveva detto Ilardo a Mori, in occasione della loro presentazione.Da quel momento Riccio aveva capito “l’importanza devastante e drammatica di quello che avrebbe detto”. Lo stesso Ilardo lo aveva preparato “vedrà quante ne dovremo passare” ed ancora “ho qualcosa da raccontarle anche sul Gen. Subranni…”. Ed esternando le sue perplessità sulla cattura di Riina aveva parlato di un contatto esistente tra Provenzano e Dell’Utri, “l’uomo dell’entourage di Berlusconi” e di un “progetto politico” in cui Cosa Nostra in quegli anni si riconosceva. E quando Ilardo fece al colonnello i nomi dei politici, Mori disse a Riccio di non inserirli nel rapporto “Grande Oriente”. “Tra questi c’era anche Marcello Dell’Utri: una persona importante, molto vicina ai nostri ambienti. Io allora – aveva detto Riccio – ritenni l’inserimento del suo nome un pericolo. Se lo metto pensai, succede il finimondo…”. Poi Riccio ricorda una frase di Mori: “Loro (Berlusconi e Dell’Utri) le guerre le fanno per noi. Portate più pentiti e vedrete che i pentiti cadranno”. (...)E intanto Mario Mori ha fatto carriera... come tutti i nomi presenti nella ricostruzione!!!