COMPAGNIA DELL'EST

Brusca su Capaci: non la voleva la mafia


21 maggio 2009 Roma. "La strage di Capaci, così come è stata fatta, Provenzano non la voleva, perché lui preferiva che Falcone venisse ucciso a Roma o in altri luoghi, senza fare troppo clamore". Lo rivela Giovanni Brusca, il boss che ha premuto il pulsante del detonatore che ha fatto saltare in aria Giovanni Falcone, la moglie Francesca e gli agenti di scorta il 23 maggio 1992 nei pressi dello svincolo dell'autostrada di Capaci. Il collaboratore di giustizia, deponendo nel pomeriggio nell'aula bunker di Rebibbia, nel processo al generale Mario Mori e al colonnello Mauro Obinu accusati di favoreggiamento alla mafia, ha detto che "a Provenzano non piaceva la spettacolarizzazione degli omicidi, ma condivideva con Riina l'uccisione dei magistrati Falcone e Borsellino". Il boss, infatti, dopo l'arresto di Riina, impedì a Bagarella, Messina Denaro, Graviano e allo stesso Brusca di proseguire gli attentati in Sicilia. "Provenzano era contrario nelle forme - dice Brusca - e così Bagarella quando gli comunicò che le stragi le avrebbe fatte al Nord, gli disse che se qualcuno gli veniva a chiedere di questi attentati si poteva mettere un cartello al collo con la scritta 'non ne so nulla' ". ANSAParticolare importantissimo. Da tempo ci si è chiesti cosa portò ad una strage così eclatante, che dichiarava guerra allo stato in modo così aperto. Una strage del genere non è mai nell'interesse della mafia, perchè questa è abituata a lavorare nell'ombra, in silenzio, senza attirare l'attenzione. Se ne erano accorti tutti compreso Paolo Borsellino. Forse proprio lui sulla morte dell'amico Falcone capì proprio tutto, per questo venne eliminato, proprio perchè l'unico in grado di scoraggiare qualsiasi cedimento da parte dello Stato nei confronti della Mafia e perchè unico ostacolo alla creazione di nuovi contatti con la politica, così recitano le senteze dei processi. In un clima politico di incertezza che non decideva a sbloccarsi le due stragi contribuirono a far cadere la totale fiducia nei partiti storici e all'emergere di nuove forze politiche. Chi è che ha tratto vantaggio da questa situazione? chi è che è emerso in politica proprio grazie al crollo della Prima Repubblica? chi è che aveva ripetuti contatti con i vertici di Cosa Nostra? Chi è che è addirittura imputato ma mai processato per essere stato il mandante delle Stragi del '92? Non sono domande retoriche, perchè di persone così ce n'è solo una.