COMPAGNIA DELL'EST

Giovanni Falcone: ricordare non basta


"Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande" (Giovanni Falcone)
Giovanni Falcone morì nel '92 nella Strage di Capaci. Oggi i più grandi Tg gli hanno intitolato servizi su servizi, quelli Mediaset hanno tutti tenuto a precisare che è stato un attentato mafioso. Su questa strage però, come su quella di Via D'amelio è sempre più evidente e certo che ci sia una verità che è stata nascosta per troppo tempo e che cerca in tutti i modi di venire fuori, una verità che se svelata nella sua interezza scardinerebbe gli equilibri politici della nostra attuale Seconda Repubblica. L'altro ieri le dichiarazioni del pentito Brusca, quello per capirci che ha premuto il pulsante che uccise Falcone e che grazie al suo contributo ha fatto riaprire i processi sulle Stragi del '92 evidenziando come la verità fosse ancora lontana dall'essere raggiunta, hanno chiaramente lasciato intendere che a volere la Strage di Capaci, una strage così eclatante, non furono i vertici di Cosa Nostra. Una strage del genere che mirava a mettere in evidenza la vulnerabilità dello Stato aveva chiaramente un altro fine, perchè lo stesso Provenzano non amava spettacolarizzare le stragi, la stessa mafia vive perchè non appare, attirare l'attenzione di tutta la nazione è tutt'altro che nell'interesse di Cosa nostra. Nel programmare questa strage ci furono certamente delle pressioni esterne fatte da chi voleva approfittare di questo clima politico di incertezza (la Prima Repubblica era al capolinea), quel qualcuno molto probabilmente è da ricercare nelle pubbliche accuse del Pm Luca Tescaroli che seguì il caso, ma che non venne mai messo in condizione di arrivare al Processo visti i nomi  importantissimi che vennero fuori.Così la strage di Capaci, fatta dai mafiosi senz'altro, ma con una complicità e una regia che certamente veniva da pezzi dello Stato. Falcone era arrivato a delle verità sconcertanti, glielo disse anche Buscetta che dopo quelle rivelazioni tutto sarebbe stato più difficile. Falcone scriveva ogni cosa sui suoi supporti informatici, messi ovviamente sotto sequestro subito dopo la Strage dal Ros (servizi segreti dei Carabinieri, parte dello Stato quindi), ma che perizie informatiche rivelarono che vennero più volte violati i sigilli e dei file vennero addirittura cancellati!!!  In particolare venne cancellato anche un incontro che ebbe Falcone con Mutolo negli U.S.A., Mutolo, lo stesso pentito che rivelò a Borsellino a luglio dello stesso anno alcuni pezzi dello Stato collusi. Lo Stato ha voluto così assicurarsi che i colpevoli, i mafiosi, coloro che tremavano di fronte alle indagini di Giovanni Falcone, restassero impuniti.Dopo 17 anni ancora non è stata fatta verità, non è stata fatta giustizia. Lo Stato è stato capace solo di creare migliaia di lapidi e vie intitolate a Giovanni Falcone e a Paolo Borsellino, ma non è stato capace di arrivare ad una sentenza di un processo che facesse realmente giustizia. Su queste stragi non sappiamo realmente nulla, sappiamo solo che c'è qualcos'altro che agì nell'ombra."Lo Stato non può processare sé stesso"(LEONARDO SCIASCIA)