IL SOLE SOPRA

Post N° 8


La seconda grande lezione che ho imparato per elevarmi dalla mia superficialità fu la consapevolezza.So di averla già nominata all’inizio del mio testo, ma credo che debba meritare anch’essa la sua storia, e numerose parole per essere definita.Imparai ad essere consapevole, quando un giorno, in gita nella savana, mi trovai faccia a faccia con quella che allora era la mia più grande paura, i serpenti. Mi imbattei in un pitone, animale magnifico maestoso e fiero, ma altrettanto terrificante per chi come me soffre di questa fobia.  Rimasi ghiacciato paralizzato, incapace di muovermi,  non potevo fare nulla, e mi mancava il respiro.Quello che mi accadeva alla vista di un serpente, era dovuto a un’esperienza avuta da piccino, nella quale mentre ero seduto vicino a un albero in un bosco, in gita con la mia famiglia venni morso alla schiena da una vipera.Il dolore fu fortissimo, e riuscì giusto a girarmi e vedere il serpente osservarmi.. e poi andare via. Ma il suo sguardo mi rimase impresso nella mente e mi terrorizzò. Per molto  tempo. La mia paura creò un pregiudizio, su tutti i serpenti indipendentemente dal fatto che fossero velenosi o meno. E quel giorno essa prese il sopravvento lasciandomi di pietra. Ma il mio maestro di vita, intervenne anche questa volta per insegnarmi un’altra lezione, per insegnarmi ancora una volta a tenere in mano la tavolozza dei colori e il mio pennello  e a dipingere, sulla tela della mia vita.Si avvicinò a me mi prese per mano e mi trascino via, consapevole del fatto che ero incapace di reagire. Poi tornò indietro prese quel pitone, quasi fosse un oggetto prezioso.Torno da me e mi si sedette di fianco. Io non respiravo più  ero diventato bianco, ero in trappola. Ma lui Mi prese la mano mi disse di chiudere gli occhi, e di non cercare di combattere la mia paura, ma di concentrarmi su di essa, per prenderne consapevolezza, farla mia trarre forza da ciò che mi rendeva debole, cercando di capire, cosa davvero mi faceva paura, se il serpente che avevo davanti, o solo la terribile esperienza che avevo vissuto, e che mi aveva portato a tremare anche di fronte  a ciò che forse davvero meritava la mia attenzione per la sua stupenda eleganza e meravigliosa semplicità Feci ciò che mi chiese, chiusi gli occhi e osservai dentro di me riprendendo quello che dentro di me mi turbava, facendolo mio, e cogliendo nel suo profondo che quello che avevo vissuto, non doveva essere motivo di pregiudizio, per tutto il resto, e che non sempre un esperienza spiacevole può risultare tale. Aprii gli occhi e mi ritrovai il pitone in mano, lo stavo accarezzando, ero un  intimorito, ma non più spaventato, e presto imparai  cogliere la meraviglia di quello che mi circondava. Mi fu insegnato a diventare consapevole di me stesso, delle mie paure, e dei miei limiti. Tutti noi  ne possediamo e pensiamo siano invalicabili o di difficile risoluzione, ma questo accade perché spesso non ci fermiamo un momento, per cercare di cogliere il vero problema che nasce da noi stessi, e dalla semplice paura o pigrizia di non voler affrontare quello che molto spesso ci rende davvero impossibile di vivere semplicemente la nostra vita