L'ANTICUOCA

OGGI NIENTE SPESA: OGGI SCRIVO A TE


Oggi l'Anticuoca s'è svegliata storta, persino le cagne (che lei chiama 'le ragazze') le stanno alla larga, si sono trasferite in giardino appena possibile e ancora non sono rientrate. Sua mamma si è accesa la tv in camera e non ha espresso alcuna volontà di uscire.  E' toccato a me, come sempre, fare il martire.Da uomo a uomo: l'Anticuoca è cambiata un po', anzi un bel po'.Non che prima avesse un carattere facile; io la definivo una donna impegnativa, ma mi stimolava. Con lei non mi annoiavo di certo.Ora faccio fatica a reggerla, non tanto per i suoi nuovi progetti, che sono tutti ben piantati, di certo non campati in aria, e nemmeno per le schifezze che mi propina a tavola - ormai sono rassegnato; il problema è che  non sorride più, è sempre arrabbiata e aggressiva.L'altra sera l'ho sorpresa mentre leggeva dei bigliettini che le avevano scritti alcuni allievi del corso per operatori socio sanitari che Gabriella aveva tenuto pochi anni fa. Li ricordo ancora bene: erano carichi di affetto e stima per la verve e la passione con cui aveva condotto il corso. Lei li leggeva, io ero dietro di lei, ma non si è accorta della mia presenza: strano, lei è come la Tiffany, scatta ad ogni minima vibrazione dell'aria. Poi, è passata alla serie di biglietti che, durante un corso sull'autostima, lei aveva ricevuto dagli altri partecipanti. Ognuno doveva ricevere dagli altri dei biglietti che riportavano una o più qualità della persona. Su quelli di Gabriella c'era scritto più volte: LUCE, ILLUMINACI, ALLEGRIA, SPIRITO ALLEGRO, VITALITA', SENSIBILITA' ed altre parole che ora non ricordo, ma che appena tre anni fa avevamo letto insieme con molta emozione.Dov'è Gabriella, ora?Non è spenta, tutt'altro, non è triste, no. E' molto arrabbiata e aggressiva. Mi manca quel suo fare un po' ingenuotto, il cinguettare che all'inizio del nostro rapporto un po' mi piaceva e un po' mi infastidiva. Faceva tante domande, a volte imbarazzanti. Ora detta legge, sputa sentenze, ci mette poco a mandare a quel paese la gente.Dove sei, Gabriellina? Ti ricordi? Ti chiamavo Giò Giò e ti scrivevo poesie d'amore. A quel tempo, avrei potuto raccontarti che il sole era fatto di gelato al limone e tu mi avresti creduto, perché eri così.- Ora, per esprimere le mie opinioni, ci manca poco che mi debba fare assistere dal mio avvocato.Quando andavo alla partita, mi tiravi dietro di tutto, perché non volevi rimanere sola. Stamattina, non vedevi l'ora che io andassi a comprami il biglietto.Non è cambiato nulla fra noi, ci vogliamo bene e sono certo che staremo sempre insieme, come sono sicuro che non riuscirai mai e poi mai a diventare una discreta cuoca, nonostante tu qualche volta ci provi. Ma non è questo che mi preme. Ti ho conosciuto che dicevi che per te la vita doveva essere pane e sopressa, cioè genuina, semplice e saporita.Vorrei vederti ridere ancora, sognare ancora; una volta mi facevi andare via di testa con i tuoi sognetti da granchietta; questo grosso Toro non riusciva a capirli. Poi, quando ho iniziato a leggere oltre questi aspetti, tu avevi già preso quel brutto mestolone che è la foto del tuo profilo e cominciato a dare sdengate a destra e a sinistra.Gabry, la vita è strana, pesante, difficile, piena di lutti di ogni genere, ma è anche piena di colori, speranza, amore e ci soprende sempre. ALza gli occhi, quegli occhi verdi così luminosi, un po' orbetti, ma intensi e profondi. I tuoi occhi sono ancora pieni di entusiasmo e di voglia di stupirsi. Tu me lo hai insegnato tanto tempo fa.Ricordi?Con amore,
                                                                                   Piero