NEL VIAGGIO

GRAMELLINI HA SEMPRE RAGIONE


14/11/2009
Coda di scorta
Siamo un Paese meraviglioso. Nel pomeriggio in cui le legioni avvocatesche del premier escogitavano la delizia del Processo Breve, nell’aula della Camera si discuteva della coda dei cani, se fosse giusto o meno tagliarla a quelli da caccia, e senza nemmeno trovare un accordo, come ha rivelato Totò Di Pietro ad Annozero. Cacciatori a favore, animalisti contrari, laici e cattolici divisi. Si ignora la posizione della Binetti. Ma si deve senz’altro deplorare l’inefficienza di un sistema che non consente anche alle bestie di farsi delle norme su misura: certe leggi «ad canem» sarebbero sicuramente più equilibrate e rispettose dei loro corrispettivi umani. A proposito di code, e di chi cerca di tagliarle, si è avuta conferma che nella patria delle scorte, dove anche l’ultimo tirapiedi del potere sgomma per le strade delle città fra pretoriani incaricati di proteggerlo non si sa da chi, forse dalla furia di qualche automobilista che si vede sorpassare nel traffico, ecco, in questo immondo scortificio è stata tolta la protezione a uno dei pochi che ne avessero davvero bisogno: il capitano Ultimo.Ma poiché siamo un Paese effettivamente meraviglioso (quando gli va), è giusto aggiungere che proprio ieri i carabinieri del Nucleo scorte di Palermo hanno deciso di accompagnarlo nel tempo libero, pagando la benzina di tasca propria, ogni volta che l’uomo che arrestò Riina andrà in Sicilia per testimoniare nei processi contro Cosa Nostra. Perché per poter fare la cosa giusta, in questo Paese meraviglioso, certe volte bisogna mettersi in ferie.
(da La Stampa)