NEL VIAGGIO

FIORELLO A MILANO


Lo show - A Milano la prima tappa del tourSesso e politica, le gag di FiorelloBattute su Marrazzo. Ironie su Berlusconi e Veronica: «Lei può comprarsi Kaká»      
Fiorello in scena a MilanoMILANO - «Non siamo pronti». Sipario chiuso. Sbuca la testa. Poi esce e si presenta con un accappatoio coloratissimo («un finto Missoni») e retina sui capelli, pedalini neri e ciabatte bianche. Eccolo Fiorello. Che nel prologo del suo show, al Mediolanum Forum di Assago (Milano, attacca con la politica. Si parla e si ride di Berlusconi e Marrazzo, ovvio. «Abbiamo deciso che non parleremo di attualità... se devo parlare di politica devo parlare di sesso... il sesso ti strema, io sono parzialmente stremato... il sesso fa danni». E tocca al divorzio, con la richiesta che Veronica Lario avrebbe fatto a Silvio Berlusconi: «Tre milioni e mezzo di euro di alimenti al mese... la D’Addario ne prendeva solo tremila... a questo punto conviene. Tre milioni e mezzo escluse le bevande... Quella poi si ricompra pure Kaká». Risate e applausi, mentre dalla platea gli chiedono di togliersi l’accappatoio. Altre risate. Ancora Berlusconi è preso di mira.La notizia di Villa Certosa in vendita. «L’arabo si vuole comprare la villa — dice Fiorello —"Bella, la prendo, ma levatemi il nano dal giardino". Tutti gli danno addosso all’omino di Arcore». Ancora su Berlusconi, sui politici che si sottopongono all’esame del capello per vedere se si drogano: «Sul suo di capello si vedeva la scritta made in China. È stato l’unico dei politici che ha chiesto di farselo ridare indietro». Ce ne è anche per Marrazzo e la sinistra che cercava—racconta Fiorello—uno scandalino: «Ma hanno esagerato. Già con il cognome che si ritrova Marrazzo... vi immaginate il principe Carlo che va a trans? Beh ci è andato vicino». Poi diventa serio: «Ognuno può fare il sesso che vuole». Applauso. «Io sono altri che condannerei: quelli che hanno la forfora e si mettono la giacca blu, quelli che hanno la mano che scivola come una seppia... Loro dovrebbero andare in galera». Poi inizia lo show «vero». «Allegria», il motto che ha dato l’eternità televisiva a Mike, torna con Fiorello, su il sipario. Allegria intesa come comicità e canzoni perché la musica è il tema sotterraneo che attraversa lo show: raccontare la nostra storia e i nostri costumi, seguendone l’evoluzione, attraverso 70 anni di canzoni.Lo showman canta, duetta con il suo ologramma e continua a tirare fuori battute a raffica, sul digitale terrestre che ha fatto più morti della suina («che viene quando fa un freddo porco »), con tutti quei poveri anziani che guardano Retequattro e cadono dal tetto nel tentativo di capire che cosa ha l’antenna. Canta e balla Fiorello, imita Minà quando parla degli anni Sessanta. Si mischia con il pubblico, balla con una signora solo dopo averle chiesto se ha fatto la suina (intesa come influenza). Poi ce n’è per gli idoli dei giovani, i Tokio Hotel, che Fiorello racconta di aver incontrato all Hotel Bulgari («dove c’è anche il maître per l’acqua e appena entri ti regalano un orologio»). «Per moda i Toki —li chiama così—devono essere depressi, uno forse era pure morto». Applausi.