PENSIERI E PAROLE

Post N° 101


Ora trascrivo una citazione dal Film Radiofreccia…un momento molto bello ed intenso con parole bellissime, pronunciate dalla voce unica di Stefano Accorsi nel film Freccia…"Credo nelle rovesciate di Bonimba, e nei riff di Keith Richards. Credo al doppio suono di campanello del padrone di casa, che vuole l'affitto ogni primo del mese. Credo che ognuno di noi si meriterebbe un padre e una madre che siano decenti con lui almeno finché non si sta in piedi. Credo che un'Inter come quella di Corso, Mazzola e Suarez non ci sarà mai più, ma non è detto che non ce ne saranno altre belle in maniera diversa. Credo che non sia tutto qui, però prima di credere in qualcos'altro bisogna fare i conti con quello che c'è qua, e allora mi sa che crederò prima o poi in qualche dio.
Credo che se mai avrò una famiglia sarà dura tirare avanti con trecento mila al mese, però credo anche che se non leccherò culi come fa il mio caporeparto difficilmente cambieranno le cose. Credo che c'ho un buco grosso dentro, ma anche che, il rock n' roll, qualche amichetta, il calcio, qualche soddisfazione sul lavoro, le stronzate con gli amici ogni tanto questo buco me lo riempiono. Credo che la voglia di scappare da un paese con ventimila abitanti vuol dire che hai voglia di scappare da te stesso, e da te stesso non ci scappi nemmeno se sei Eddie Merckx. Credo che non è giusto giudicare la vita degli altri, perché comunque non puoi sapere proprio un cazzo della vita degli altri. "Questa citazione è tratta da “RADIOFRECCIA”  primo film che ha visto come regista Luciano Ligabue 
tratto dal suo libro
Radiofreccia è la storia di cinque ragazzi e di una radio nella provincia della Bassa Padana, al tempo in cui per procurarsi un diritto d'antenna non era così difficile. Ne sentono parlare nel bar di Adolfo (Francesco Guccini) che è il loro punto di aggregazione. Nasce così Radio Raptus, ribattezzata Freccia, il giorno in cui viene ritrovato morto per overdose in un fosso Ivan Benassi, detto Freccia, perché ha sulla tempia una voglia con questa forma.Freccia diventa il leader del gruppo
formato da Jena, Boris, Tito e Bruno, il quale nel 1993 manda in onda l'ultima trasmissione della radio che sta chiudendo per sempre.Il narratore è Bruno: lui ha fortissimamente voluto e creato Radiofreccia, quindi spetta a lui, ricordare cosa è accaduto in questi quasi diciotto anni, le trasmissioni si interrompono il 24 aprile 1993, un minuto prima del diciottesimo anno in cui sarebbe diventata adulta. Tutto ruota intorno a Freccia poi arriva la droga e con questa l'isolamento, ma anche la voglia di uscirne, d'innamorarsi ancora, purtroppo della ragazza sbagliata.La colonna sonora è semplicemente fantastica con titoli cult degli anni Settanta e non solo: Can't Help Falling in Love di Elvis Presley (suonata dalla banda del borgo), Sweet Home Alabama dei Lynyrd Skynyrd, Run Through the Jungle dei Creedence Clearwater Revival, Love is the Drug dei Roxy Music, Rebel Rebel di David Bowie, Don't Stop dei Fleetwood Mac, My Sharona dei Knack e altri. In più inediti e temi composti dallo stesso Ligabue E’ un film che ho amato subito dalle prime scene, un film che mi ha fatto desiderare ardentemente di voler tornare indietro e poter nascere e vivere la mia gioventù in quei famosi anni ’70. Anni difficili è vero, ma con una gran voglia di aggregazione e di stare insieme, magari al solito bar, combinando cavolate, ma con la certezza che puoi essere come vuoi ed avere accanto gli amici di sempre che non ti punteranno mai il dito contro.Lo dice proprio Freccia, nel suo mologo citato prima…forse il momento più bello del film, in cui lui preso da tutte le sue crisi si sfoga al microfono della loro amata radio…che sottolinea che il buco interiore, che un po’ tutti abbiamo, alla fine sono le cose semplici che lo riempiono, e non le grandiosità dei nostri anni.Stefano Accorsi,
uno dei miei attori preferiti Italiani, in questo film è stato straordinario, si era immedesimato così tanto che mi ero completamente dimenticata che lui non fosse Freccia ma Stefano Accorsi…mi ha coinvolta tanto nelle sue vicende, al punto che il giorno del suo funerale ho pianto anche io come se quel Ivan Benassi, fosse un mio amico reale…Ed ogni volta che lo rivedo….vorrei fare a cambio e vivere i miei 26 anni in una provincia della bassa padana…senza tutte le comodità di cui ho avuto beneficio, ma con sicuramente molta più gioia e serenità nel cuore….e con la consapevolezza che la solitudine non mi avrebbe mai sfiorata.E' vero oggi abbiamo tutto e di più, e una volta non avevano niente, e allora cosa ci manca, perchè ci manca sempre qualcosa?...forse perchè abbiamo tante cose, ma alla fine non crediamo in nulla.Ma come dice freccia…bisogna credere in qualcosa…e quel qualcosa siamo solo noi stessi!