CHIAMO ITALIA

Antonio Ricci


preso da : http://www.pieroricca.org/ c'è anche il video..Abbiamo realizzato un video con Antonio Ricci. Lo offriamo gratis a “Striscia la notizia”. Il video è uno scambio di battute con l’uomo di “Drive In”, il gran visir della tv spazzatura, il celebrato maestro dell’infotainment. Milioni di assetati di comiche disvelatrici s’abbeverano ogni sera alla sua fonte. Emilio Fede ha querelato me, ma non lui, per il filmato della nostra contestazione alla informazione servile del Tg4, altra declinazione del genere comico. Un filmato che nella versione trasmessa dal gran visir non proponeva l’antefatto, cioè la nostra domanda a Fede sull’ abusivismo di Rete 4. Da oltre vent’anni attendevo l’incontro con Antonio Ricci: da quando, tornando a scuola dopo la domenica sera di “Drive In”, constatavo allibito che quasi tutti i miei compagni di seconda media ripetevano in coro i versi e le battute dell’avanspettacolo trash. Intuivo in quell’appiattimento del linguaggio, in quell’omologazione dell’immaginario la violenza del regime mediatico. Un regime affabile e spensierato che ha prodotto la platea del partito padronale della libertà. La famosa “audience”: masse desideranti attirate a milioni con barzellette quiz e tettone, i generi trainanti. Sguardi di persone venduti agli investitori pubblicitari. Minuto per minuto, tutti i giorni, per trent’ anni. Ricordatevi che lo spettatore tipo mentalmente ha undici anni e non è sveglio, insegnava l’impresario agli addetti ai contenuti, tra un bonifico a Craxi e un inchino a Gelli. A quella linea si sono attenuti, facendo miliardi a palate sulla testa e con il consenso degli undicenni. Il vero processo a Berlusconi (e a chi gli ha messo in mano, per criminale incoscienza, la lanterna magica) dovrebbe essere celebrato per corruzione morale del popolo italiano, come vide Fellini e scrisse l’ultimo Montanelli. Zeppe di pubblicità e disvalori, veicolate in concessione governativa di un bene pubblico come l’etere, le “sue” tv hanno trasformato l’Italia in un reality show, una sterminata periferia di consumatori passivi, di guardoni senza memoria, di piccoli egoisti. Le adolescenti italiane oggi sognano di fare la velina. Che male c’è, dice il gran visir del trash, è come voler fare il giornalista. Il suo impresario prese la Mondadori con la corruzione e governa: è normale? Certo che è normale, anzi io sono favorevole, risponde l’addetto ai circensens dal pizzo bianco. L’aspettavo per sfogare su di lui, mero esecutore, un lungo disgusto alla dittatura del trash. Lui ha risposto dandomi della velina barbuta. Buttate il televisore e compratevi un megafono!