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Post N° 10


Tre di quattro nonna paternasapore di rossana, le ho conosciute con te e le amo ancora.le nostre estati per i sentieri di solighetto in bicicletta, io seduta dietro. sento ancora il fresco sul viso e il tuo odore.sono profumi e colori che mi legano ancora a te. il rossetto rosa acceso che mi facevi provare per gioco, i tuoi fili di perle, l'anello che a distanza di 25 anni dalla tua scomparsa ladri ignari del mio dolore mi hanno portato via.l'odore dell'ospedale. l'ultima volta che ti vidi avevo con me il borsellino dei miei piccoli risparmi e feci storie e pianti per lasciarti qualche soldino.quando sei morta avevo la febbre. papà sparì per qualche giorno e al ritorno, in cucina, fra pianti e abbracci mi disse che non c'eri più e che ora finalmente avevi smesso di soffrire. nonno maternoil mese d'agosto lo trascorrevo con i nonni materni in un paesino di campagna nell'entroterra della oramai ex jugoslavija. giocavo a fare la piccola contadina, rincorrendo le galline e dando pannocchie ai maiali. una volta mi accompagnasti anche a mungere una mucca. quando la sera rientravi a casa ubriaco di slivovica l'odore della grappa e dei tuoi piedi riempiva la stanza e, fra le grida della nonna, noi cugine ridevamo e ti prendevamo in giro. mi hai fatto vedere come si ammazzano i maiali, grandi e piccoli che fossero, poi tiravi fuori le interiora e m'insegnavi a riconoscere polmoni, fegato, cuore, reni e quant'altro. mi abbandonavo a te con fiducia cieca. ti incontravo per il paese, sempre in bicicletta e col cane che ti avrebbe seguito fino all'inferno. quel cane era lì con te anche la notte in cui una mercedes di ragazzi minorenni e ubriachi fino al midollo, ti trascinarono per qualche centinaio di metri. tornavi da un funerale.di te l'ultimo ricordo un broncio, avevi scoperto la mia fuga d'amore notturna e rispedita l'indomani in italia. ti salutai con un dolore immenso e ti vidi scomparire dietro l'angolo della strada. nonno paternomilano. mi vedo piccola attraversare la strada, tu mi aspetti all'altro capo urlando che non devo mettermi le dita nel naso. quel mio vizietto dicevi che ti faceva vomitare. eri sempre arrabbiato, litigavi con la nonna, avevo l'impressione di non andarti a genio. l'unico momento in cui noi due si stava bene era
quando m'insegnavi a fare i solitari. in campeggio al mare, tutte le sere facevamo solitari. dopo la morte della nonna non ti ho visto per anni, forse venti. eri la mascotte di linate, dove andavi tutti i giorni. gli impiegati dell'aeroporto di certo ti conoscevano meglio di me. ti ricordo anziano intento a mangiare solo latte e mele cotte, per anni non ti sei nutrito d'altro, la centrale del latte di milano ti ha donato una medaglia. nonno non potevo nemmeno farti una carezza, appena mi avvicinavo iniziavi a ridere a crepapelle, quando ti ho conosciuto da adulta tu eri tornato bambino.                                                                                              scritto da TheMarryingMaiden