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Post N° 28


 Orfeo ed EuridiceC'è una storia che da un po' seguo su un blog: lui è un bravissimo fotografo, lei scrive racconti erotici, scrive storie senza filtri o falsi perbenismi, racconta il sesso senza preamboli, con una sintassi molto femminile e sensuale. Da un po' di giorni nelle pagine del nostro ladro di scene c'è la foto di una stazione, che conosco-non conosco, ma poi alla fine le stazioni sono tutte uguali, binari, binari di scambio, treni che vanno, arrivano, passano senza fermarsi, carichi di attese, sogni a volte, viaggi, anche di speranza, anche di oblio. Si va nelle stazioni per vedere la gente che scende ed ha milioni di espressioni diverse. Ci sono spesso visi che raccontano storie, non speciali, solo storie da portarsi a casa, e occhi da inventare il giorno dopo quando magari ti trovi davanti ad un foglio bianco e davvero non sai che scrivere. Non so se lui aspetta ancora lei in quella stazione, magari non arriverà mai, mai più. Era nato tutto per caso, o per destino, come direbbero alcuni fatalisti, tuchè ed ananche, e sono sicura: la loro storia è stata bella, prima sul filo della rete e poi in carne ed ossa. Ritrovarsi abbracciati per la prima volta in un istante eterno e non sapere che dire, perchè a volte le parole sciupano tutto e scavano nell'armonia di un silenzio atteso quasi quanto l'abbraccio. E poi le labbra si sono sfiorate una volta, e ancora dopo, come se per tutta la vita non avessero fatto altro e di meglio, poi magari hanno passeggiato, sempre in silenzio perchè già s'erano detti tutto. Si erano scritti per mesi, rincorrendo post e immagini, poesie e storie nuove ogni giorno per accontentare il desiderio di diventare qualcosa. Il fotografo probabilmente scelse la luce migliore quella volta, quando le disse senza parlare: "Voglio fare l'amore con te", o fu forse lei che lo propose di fianco, come gli aveva scritto in un post crocifisso e ammazzato un giorno di febbraio o giù di lì. L'amore lo fecero spesso e si accorsero di non aver fatto altro in quei mesi a scriversi, a lambirsi il cervello e sfiorarsi il cuore in qualcosa di nuovo ed eterno, quel qualcosa che non si dice per paura, per timidezza, scavato in un ti voglio bene, scritto tra i denti. Ma lui forse non era il tipo, certe cose non si scrivono, si vivono. E quella volta non fu solo sesso pensò lei il giorno appresso, quando chiuse la valigia ed insieme il suo sogno di parole. Ripartì e prese un treno col sole che cadeva a picco, in una stazione deserta dalla calura e avvolta da odori di rotaie che corrono ancora una volta. Lui nel silenzio le prese il viso tra le mani, pensò che ci sarebbe stato un domani, accennò ad un ballo con quella loro canzone, quella che sapevano a memoria quasi quanto la loro storia, la guardò negli occhi e non ci fu bisogno di una reflex da combattimento, lei era lì e lui fu contento di aver incontrato quel giorno il destino dentro ad un PC. Strano questo mondo, pensò ad un tratto, mentre avrebbe voluto portarla via da quel binario, dal gradino di quel treno. Quell'ultimo bacio a stampo, e lei camminò le scalette guardandolo fisso come se sapesse che qualcosa di finito c'era nell'aria e non era solo il deodorante del passeggero accanto. Le porte si chiusero e lui rimase lì, poi si girò di scatto come un presentimento e pensò: "Se non guardo il treno sparire significa che lei tornerà da me, non devo girarmi, non voglio, voglio che sia mia, per sempre, chè quando l'ho detto in passato non ero in me lo so, ma lo giuro oggi non mi volterò..." Camminò come un uomo morto fino alla fine del binario, poi si sentì chiamare quasi da lontano, e fu l'istinto a farlo girare, quell'istinto che usava sempre in ogni click, non c'era nessuno, nessuna voce. Capì che non sarebbe più stata lì. Ogni tanto torna allo stesso binario, come un cane ferito in mezzo ad altri cani, e brancola nella vita aspettando che il destino bussi di nuovo a quella porta. Ma quella porta rimane chiusa.Tornata a casa, la nostra scrittrice accese il PC, e cancellò tutto perchè sapeva che quello non era stato solo sesso, e lei all'amore non credeva più. Pensò fosse facile eliminare il problema, ebbe bisogno solo di un click...Poi pianse sul suo foglio bianco che quel giorno rimase immacolato, tutte le parole si erano esaurite in quell'amore immaginato.                                                  scritto da blu notte.fm.