Letture della notte

Una condizione "impari"


pubblicata da Andrea Cicognani il giorno Lunedì 10 settembre 2012 alle ore 18.59 · PubblicaAmici (+)Solo io (+)PersonalizzataAmici più strettiUniversità DI Urbino "Carlo Bo"Vedi tutte le liste...Area di Gorla MaggioreLo Stato ItalianoFamiliariAmici di Andreamarzia degli ordelaffi forliQuelli che vanno sul pensante o no ... sul pensateConoscentiTorna indietroPubblicaAmiciSolo ioPersonalizzataAmici più strettiUniversità DI Urbino "Carlo Bo"Vedi tutte le liste...Area di Gorla MaggioreLo Stato ItalianoFamiliariAmici di Andreamarzia degli ordelaffi forliQuelli che vanno sul pensante o no ... sul pensateConoscentiTorna indietroNel Padre Nostro recitiamo: "rimetti a noi i nostridebiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori". Interpretato meccanicanicamente l'invocazione della preghiera insegnatci da Gesù è terribile e nello stesso tempo senza logica. Viene messa in relazione (dal quel "come") l 'infinita misericardia di Dio con la la nostra capacità di perdonare limitata, condizionata, non totale (anche nei migliori dei casi). Insomma tra noi e Dio, come si dice nel gergo sportivo, non c'è gara. Noi non riusciremo mai ad essere misericordiosi come Dio. Quindi .... ? Noi non potemo mai perdonare i nostri debitori con la stessa infinita misericordia del Padre. Io penso piuttosto che Gesù abbia voluto indicarci un modello, una utopia, un ideale da seguire. Poi alla fine, siccome LUI è infinitamente misericordio perdonarà la nostra finitezza nel perdonare, il nostro perdonare, incompleto, nell'ampieza e nella frequenza. Altrimenti ... poveri noi!