CIPROviamo

FBI


Non so se tornerò… ma queata volta non per una mia scelta… -“Sa, che c’hai da fa oggi pomeri?” -“No, perché?” -“Che c’hai voglia d’annà dellà?” -“Di là dove?” -“Nella parte turca!” -“Va bene, andiamo” Perché non avevo niente da fare quel pomeriggio? Perché ho accettato? Perché? Insomma, torno nella parte turca perché Virginio vuole comprarsi una bicicletta e là tutto è più economico, ma praticamente ogni volta che si va “dellà” succede qualcosa, e questa volta è bella grossa… Lunedì pomeriggio, ore 16, è quasi il tramonto di una giornata senza pretese a Nicosia quando varchiamo il confine e iniziamo la ricerca di un negozio che vende biciclette usate. Girovaghiamo per la città e, a parte un negozio di abbigliamento che si chiama “Romano Prodi – Milano” con il proprietario che ci dice: “I love Italy because Berlusconi is crazy…” (ha le idee un po’ confuse il ragazzo…), non troviamo nulla così, da buoni turisti, decidiamo di entrare nella principale moschea della città. Pronti via e Virginio mi salva da una lapidazione in piazza intimandomi di togliermi le scarpe (mi ero solo dimenticato, io alle religioni in generale ci credo e le osservo…) e , pur non completamente convinto di lasciare le mie scarpe alla mercé di chiunque, entro. La moschea è ricavata all’interno di quella che prima era una chiesa cristiana, quindi la sensazione che si prova è piuttosto strana: mentre l’edificio è rivolto verso est, tutti gli arredi ed i tappetti sono rivolti verso La Mecca, sud-est, quindi all’interno è tutto obliquo, inoltre le pareti sono bianche e spoglie… insomma è una moschea in una chiesa! Qualche foto stile turista giapponese e fin qui tutto normale, fino a quando Virginio non decide di fare una domanda all’unica persona all’interno della moschea… -“Tutti gli arredi all’interno della moschea sono in obliquo rispetto all’edificio, è perché La Mecca è in quella direzione?” -“Sedetevi, sedetevi pure, siete miei ospiti” -“No, ma guardi, volevo sapere solo questo, nulla di più…” -“Insisto sedetevi, siete miei ospiti, sono l’Imam di Cipro!” L’Imam di Cipro? Bene eh… Circa 40 anni, identico a Khabir Bhedi (non so se si scrive così) quando recitava Sandokan, ci intrattiene per una quarantina di minuti con discorsi sull’amicizia e la fratellanza tra le religioni, cose di cui assolutamente non me ne poteva fregare di meno, ci regala 4 libri a testa (Travelling towards eternity, The short words on life, belief, and worship, Sincerity and brothrhood, Lessons from earthquakes – tutti scritti da Bediuzzaman Said Nursi se qualcuno è interessato), e ci invita a cena, ci lascia numero di telefono e email dicendoci di chiamarlo per qualsiasi problema e che se ci vedono per strada con lui, non avremmo mai problemi… e poi i mafiosi siamo noi… In pratica se non torno i casi sono 2: - l’Imam mi ha fatto uccidere perché non mi sono mai presentato a cena con lui ( non ci andrò mai); - sono stato arrestato dall’ FBI e rinchiuso a Guantanamo. Insomma, se non torno sapete il perché…