ARRIVI E PARTENZE

LE SCARPE COL TACCO


Barcollo ma non mollo. Del resto, porto i tacchi alti da quando avevo 12 anni. Di noscosto uscivo la mattina con i soliti mocassini, poi, prima di arrivare alla fermata del metro, indossavo le scarpe col tacco. Le avevo sottratte alla sorte avversa: la pattumiera. Maman le aveva gettate perché con quelle si era storta più volte la caviglia. Diceva che portavano male.Io feci gli scongiuri e le tolsi dalle bucce di banana e di cavoli.Erano verdi, col mezzo tacco, ma per me sembravano altissime. Avevano la punta marron: insomma un po' poco adatte ad una petite fille come me, ma quando siamo piccole abbiamo una grande freta di crescere, n'est-ce-pas?Il problema non erano le compagne di scuola che sghignazzavano al vedermi arrancare con le scarpe di maman, ma il fatto che queste erano più grandi di due misure.Io le imbottivo con del cotone, ma i risultati erano scarsi; per questo, iniziai a risparmiare, e dopo sei mesi riuscii ad entrare in un negozio di calzature.Un signor negozio!Le commesse erano belle, eleganti e magre, truccate e profumate. Erano svelte e gentili con le clienti. Per settimane avevo sbirciato dalle vetrine, e sapevo a memoria i gesti di quelle incantevoli creature.Un sabato pomeriggio, marinando il catechismo, mi feci coraggio. Entrai nel negozio: sei paia di occhi mi fissarono, io arrossii fino al midollo.M'inventai lì per lì una scusa: la mamma stava poco bene e aveva mandato me a comprare quelle scarpe rosse. La misura? La mia!Mi guardarono perplesse, poi fecero spallucce, in fondo ero pur sempre una cliente.Che splendore! Con quelle scarpe avrei fatto invidia a tutte le donne di Paris!Il tacco era alto ben 8 cm, la punta quadrata, con un'apertura laterale. Insomma, ora direi che bruttura! Ma allora era di moda così.Pagai con piccole banconote tutte ben tese e qualche spicciolo.- Dica a votre maman che se non le vanno bene, le potrà changer."No no - mi affrettai a rispondere - sono sicura che le andranno benissimo!"Scappai come un ladro desideroso di godersi la refurtiva. Entrai in un portone e calzai le scarpe. Belle belle belle!Uscii dal portone, misi male il piede: non mi ricordavo più del gradino e ruzzolai a terra.Ahi ahi mon Dieu, che dolore!Mi misi a piangere, impaurita e soprattutto lontana da casa. Come avrei fatto a rialzarmi? La caviglia si stava gonfiando.Ecco, è vero che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Chi è che passa da quelle parti?Maman avec papa, che errano usciti apposta per comprami un paio di scarpe nuove, con un pochino di tacco, per farmi una sorpresa, poiché avevano capito la mia passione.Mi videro, oppure mi sentirono, non lo so. Più che altro, sentii io: oui, un enorme ceffone che mi fece girare la testa.Ecco, il resto lo lascio alla vostra immaginazione.Come andò a finire con maman, papa e le scarpe nuove - le mie e quelle che mi avevano comperato?Attendo i vostri commenti.Bye bye dalla vostra Mary