CIVITAVECCHIANDO

parliamo dei Maremmani


ovvero dei  Grossetani (tanto non sono dissimili dai Civitavecchiesi) che li riconosci dall’aspetto fisico: gli uomini sono generalmente robusti e tarchiati, le donne prosperose. E’, però, quando li senti parlare che ti viene spontaneo andare a scavare nella loro vita. Se regali loro qualcosa o li fai un favore, ti rispondono con gratitudine mista a ironia: "Sono commosso". Capisci allora che la loro vita non è stata facile e del resto non sarebbe stato possibile il contrario con dei vicini come i senesi.Il dieci per cento della vita di un Grossetano si svolge in modo canonico, nel restante novanta, egli si lamenta dei senesi. Qual è il motivo di un così profondo risentimento ? C’è una leggenda in voga tra i Grossetani, secondo cui i senesi nel medioevo avrebbero dato come garanzia, per un prestito da loro contratto, le terre e i pascoli di Maremma. Di qui si fa risalire l’origine del risentimento grossetano nei confronti dei senesi. La rivalità è comunque a senso unico, dal momento che i senesi non hanno mai manifestato ostilità nei confronti dei loro arrabbiati vicini. Anzi, molti grossetani sono originari di Siena, che una volta trapiantati in quel di Grosseto hanno sviluppato una grave crisi di identità. Il campanilismo dei grossetani non è quindi uno sottoprodotto calcistico, ma ha una sua ragion d’essere ben precisa. I senesi sono sempre stati visti come dei padroni e degli sfruttatori, dai grossetani, che per sbarcare il lunario si dovevano prodigare nei lavori più massacranti e pericolosi, come quello del contadino, del boscaiolo, del minatore, del guardiano, del buttero, etc.Il grossetano vive in una terra come la Maremma dove il clima non è mai clemente. Estati torride si susseguono ad inverni rigidi. Ma nessuno si lamenta per questo, abituato a ben altri sacrifici. I grossetani sono abbastanza pacifici come persone, ma quando perdono la pazienza diventano bombe ad orologeria. Guai a prendersi gioco di loro, perché se lo capiscono non ti perdonano mai e portano rancore per tutta la vita. "Occhio per occhio, dente per dente" sembra essere il loro motto, anche se non amano generalmente la violenza spicciola, ma solo quella verbale. Si conoscono tutti e quindi ognuno può dire la sua sugli altri. Non arrischiatevi però a fare un complimento ad un grossetano, quando è insieme ad altri suoi concittadini. Questi ultimi si sentiranno offesi per non essere stati anch’essi gratificati. Il grossetano è testardo ma tenace e serba ancora quell’antico desiderio di rivalsa nei confronti del potere che era tipico dei briganti maremmani; Tiburzi in testa.Dopo una giornata di fatica il suo unico sollievo è rappresentato dalle serate in un locale dal nome altisonante di "Eden". Del resto, per gente che per secoli ha vissuto a stretto contatto con le paludi, anche un modesto ritrovo rappresenta il paradiso.