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© QUALE LIBERTA ? La libertà comunemente intesa, non è altro che la possibilità di giungere alla gratificazione E' possibile individuare differenti modalità di gratificazione; quelle biologiche, quelle sociali e quelle consapevolmente volenti, dell'essere che costruisce e raccoglie in ogni stagione Quelle biologiche appartengono alla nostra animalità, sono date dalla nascita, ma non le si "creda" immodificabili, il bimbo nato da una coppia italica allevato e cresciuto da altra coppia in differente contesto, avrà abitudini alimentari, musicali, sessuali, cromatiche, differenti da ciò che si "crede" debba avere Sulle abitudini prettamente sociali, si può affermare che l'abitudine data dal contesto prende il sopravvento, l'esempio classico del bimbo francese, se costretto dal contesto ad esprimersi in italiano, accantonerà il francese fin a scordarlo in un tempo soggettivamente breve, ma solo finchè è bimbo, crescendo può scegliere la fatica di reimparare il dimenticato. Anche la "modalità" consapevolmente volente può essere abitudinaria, non c'è limite alla pigrizia umana, quando viene indirizzata prevalentemente in un unico volere, negando alla moltitudine degli altri una gratificazione soddisfacente. Tutte le modalità e le loro variabili rispondono al principio di piacere, con il principio d'equilibrio formano le linee guida ove solitamente ci si accomoda pigramente e, si attende che il piacere venga somministrato. Il dubbio che pervade ogni essere pensante è: quale libertà? ..... dato che siamo imprintati nelle cellule che ci guidano, siamo imprintati nella mente da chi ci alleva e nutre, siamo imprintati dal sociale che decide cosa sia gratificante ben prima che nasciamo .... tutti questi imprinting, s'innestano nei due principi creando degli automatismi, delle vere e proprie vie di scelta precostituite ..... il confine con la patologia è labile. Noi definiamo libertà, la possibilità di compiere azioni che ci gratifichino, di realizzare il nostro progetto senza scontrarsi con quello altrui Siamo liberi di costruirci la nostra libertà, o di "credere" opportunisticamente che ci venga somministrata dal caso, dal fato o chissà quale credenza. Il "paradiso terrestre" esiste solo se lo si costruisce, l'oppurtunismo falsamente rispettoso dell'atro, quello che si nutre dell'altro, quello invidiato dagli stolti, vive nel perenne rimpianto del succoso e profumato frutto raccolto nella stagione e, mai più assaggiato perchè incapaci di nutrire la pianta per farlo ricrescere nella stagione sucessiva. écute LIBERTA' 2 LIBERTA' 3®