VORREI

ECCO DI COSA SA DAVVERO UNA PESCA “AI RIFIUTI CHIMICI”


ECCO DI COSA SA DAVVERO UNA PESCA “AI RIFIUTI CHIMICI” Ad abbattere finalmente la “retorica del rifiuto” c’è la gastronomia. Ecco di cosa sanno i prodotti venduti nel napoletano…
Scritto da Maria Melania Barone 17 agosto 2013In molti sentono parlare di rifiuti tossici senza pensare ai risvolti che queste sostanze possono avere sull’alimentazione. Per tutti coloro che non vivono a Napoli o a Caserta è più facile fare zapping quando il telegiornale manda in onda le immagini della città sommersa dalle buste di plastica piene di immondizia e i discorsi cadono sempre sulla retorica dellaraccolta differenziata. A nessuno però viene in mente che Napoli è stata la prima città al mondo ad elaborare e attuare la raccolta differenziata e, soprattutto, a nessuno viene in mente che tutta la raccolta differenziata viene poi fusa insieme nelle discariche in molte parti del nostro paese. In molti casi invece i rifiuti fanno un giro diverso. Un giro buio, nascosto, occulto ma non troppo. Perché in molti sanno o hanno visto tir dalla Germania entrare nelle raffinerie e riempire i bruciatori, in molti hanno visto i canali di scolo nelle campagne e nel terreno. Eppure di rifiuti se ne parla troppo e troppo spesso in modo poco efficace, così poco efficace che il ministro Lorenzin ha detto che a Napoli le troppe morti di cancro sono dovute ai “cattivi stili di vita”. Beh certo, forse il Ministro Lorenzin è una di quelle che fa zapping davanti alla tv borbottando: “Mah che palle sti rifiuti tossici e poi sempre gli stessi servizi trasmettono sti telegiornali! Che roba… invece di parlare degli stili di vita!”. Beh si, come darle torto! La sensazione per chi non ha visto i propri parenti morire dopo aver respirato il veleno che brucia nelle strade o non aver mai sentito l’odore dell’idrogeno solforato di una raffineria oppure l’aroma di un rifiuto chimico lecitamente bruciato nel centro abitato dove il Governo ha dato autorizzazione perché accada è proprio quella del fastidio: l’italiano medio sente un ronzio proveniente la scatola a colori che ha rivoluzionato la società del XXI secolo e così, come se fosse un riflesso automatico, la spegne o cambia canale.A questo punto ne resta che parlare in modo un po’ atipico di rifiuti tossici, un modo che arriva direttamente al vostro stomaco e al vostro cervello.PESCHE, POMODORI, FRAGOLE E TANTO ALTRO –  Il fruttivendolo aveva esposto delle pesche bellissime, così belle che la gente si è scaraventata sopra e ne ha acquistate in brevissimo tempo. Io ne ho portate a casa quattro. Quattro gioielli bellissimi realizzati da madre natura. Di una bellezza incredibile: sfumature di colore che vanno dall’arancio, al verdino, al rosso e poi quella fogliolina verde che la rende un vero gioiellino appena colto dall’albero. Una pesca vera, non la stai immaginando e non è nemmeno dipinta! La natura fa davvero miracoli quindi non resta altro da fare che mangiarla!La prendi in mano ed è vellutata. Nonostante l’aspetto però pensi che è meglio non fidarsi: per lavarla si usa il bicarbonato, come sempre… Anche perchè il rapporto EFSA 2010 non lascia dubbi: c’è il piombo negli alimenti! Un sacco di piombo … Ed è il prezzo da pagare per essere industrializzati. Dopo aver strofinato bene con la speranza di aver eliminato ogni residuo chimico afferri il coltello e la sbucci per essere più sicura ma al tatto qualcosa non ti convince… Quella pesca è troppo dura, di sicuro non è matura eppure è strano: è troppo grande e rossa per non essere matura. All’interno il succo c’è, ma è dura lo stesso e soprattutto non ha odore.A quel punto due sono le cose: o hai avuto un’allucinazione o qualche cosa in quella pesca proprio non va. Siccome “giudicare a prima vista è sempre sbagliato” per par condicio fai lo stesso con la frutta e quindi le dai una seconda chance assaggiandola… Non c’è dubbio: fa proprio schifo! Alcune parti di quella pesca non sanno di niente, altre invece hanno una consistenza mineralizzata e sanno di plastica. Dentro la pesca è arancione ma se la metti alla luce brilla… E’ proprio strana quella pesca. Bah… Misteri di madre natura! Passi alle fragole. Che dire! Sono bellissime rosse, grosse e molto zuccherine. Sono le fragole di Giuliano. Non lo diresti mai ma sono cresciute in un territorio impervio: sotto di loro erano state seppellite tonnellate di rifiuti tossico-nocivi provenienti da Veneto, Lombardia e molte altre regioni. Però la tentazione è molto forte così le compri, le mangi… A differenza della pesca sono buonissime! Dolcissime, sono davvero fenomenali. Anche se non te ne accorgi, nel tuo sangue stanno entrando diversi grammi di diossine di vario tipo, da poli-cloro bisfenili (PCB), a sostanze di altra natura.E’ accaduta la stessa cosa con i pomodori piccadilly. Per intenderci… Sono quei pomodorini rotondi e rossi che usiamo per l’insalatina col tonno o per la pizza al filetto di pomodoro oppure per quel piatto straordinario che si fa con spaghetti, pomodorini saltati in padella con il basilico. Quelli sono proprio buoni! Li fanno a Caivano su un campo di solventi chimici arrivati dal Nord, quei solventi che contengono il cloruro di metile che fa nascere i bambini deformi. Soddisfano il palato ma un pò meno la digestione e sicuramente sono un incubo per il fegato.Te ne accorgi invece se mangi un’arancia paesana anche perchè arrivare a mangiarla è un’impresa. A parte il fatto che è ingiallita, ma spesso è pesante come una boccia… Non si taglia nemmeno col coltello per la carne e ti viene voglia di sbatterla a terra come si fa col cocco… Beh all’interno l’acqua ricca di metalli pesanti, diossine e solventi chimici l’ha resa dura come la pietra. Al sapore invece ha il tipico sapore di plastica.I SINTOMI – Interessante è la sensazione fisica che i napoletani quotidianamente vivono dopo aver ingerito questi gioielli di madre natura: i sintomi vanno da un dolore di pancia al dolore al cervello, al senso di pesantezza e in alcuni casi all’intossicazione alimentare. I rifiuti tossici sono legati anche al diabete e al sovrappeso, chissà se questo lo sa il Ministro Lorenzin!IL GIRO D’AFFARI – Adesso se sei Milanese starai sicuramente pensando: “Mai vai all’ipermercato e compra i prodotti importati!”. Eh no… è qui che casca l’asino! Gira voce infatti che i Mallardo di Giuliano si siano divertiti a mandare i prodotti inSpagna o in altri paesi e riportarli in Italia con le scritte: “Importate dalla Spagna”. In questo modo entrano nella grande distribuzione e finiscono dappertutto: Veneto, Lombardia, Piemonte, Toscana, Lazio e chi più ne ha più ne metta.Insomma anche voi, amici delle regioni incontaminate, avrete ingerito qualche succosissimo prodotto della Campania felix e non ve ne siete mai accorti. Se un napoletano medio si tagliasse le vene e irrorasse un’aiuola col suo sangue, dopo un po’ dovrebbero bonificarla… Sto esagerando? Beh chiedete ai medici del Pascale tutte le diossine che son state trovate nel sangue di ignari cittadini…Ho un regalo per il Ministro Lorenzin, si tratta dei nostri “cattivi stili di vita”: broccoli, cavolfiori, pesche, melanzane, zucchine ricche di PCB e poi vorrei darle un’anguilla, quella si che ha tante di quelle diossine accumulate nel grasso da far paura. In Campania mari, laghi e fiumi hanno così tante diossine che i batteri fecali sono stati distrutti e annientati dai rifiuti tossici. Invece di chiedersi il perché nell’estate 2013 abbiamo assistito a un proliferare di bandiere blu… Che dirvi: buone vacanze! E se pensate che i problemi di Napoli debbano rimanere solo nostri vi sbagliate: i rifiuti girano e anche i prodotti agricoli. A chi sputa in cielo, in faccia gli torna! Buon appetito!http://blog.you-ng.it/2013/08/17/ecco-di-cosa-sa-davvero-una-pesca-ai-rifiuti-chimici/