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Allarme VIRUS EBOLA, oltre 100 morti in Africa. Il rischio in Italia è concreto: le precauzioni.


 Pubblicato in data 09/apr/2014L'epidemia di Ebola si è manifestata il 9 febbraio nel sud della Guinea e in appena due mesi è stata dichiarata tra le più preoccupanti mai registrate dalla comparsa del virus, quarant'anni fa. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, è elevato il rischio che si diffonda anche in Europa, dove in alcuni aereoporti è scattato il codice rosso. Il vice direttore generale dell'OMS, Keiji Fukuda, afferma che "la sfida è particolarmente difficile a causa della grande dispersione geografica dei...ALTRE INFORMAZIONI: http://it.euronews.com/2014/04/09/ebo...In italiano: Sito web: http://it.euronews.com/Facebook: https://www.facebook.com/euronewsTwitter: http://twitter.com/euronewsitRicordiamo quali sono i sintomi dell’Ebola?All’inizio nausea, mal di testa, poi vomito e febbre emorragica. Ma mentre la malaria e il tifo possono dare sintomi analoghi, le emorragie devono essere considerate campanelli d’allarme.E’ salito a 118 il drammatico bilancio delle vittime causate dal letale virus Ebola, che ha scatenato una vera e propria epidemia, tutt’ora in corso e in tragica evoluzione, in Africa. Nelle ultime ore è scattato il codice rosso negli aeroporti europei. E’ la prima volta che accade da quando, 40 anni fa, questo virus ha fatto un triplo salto di specie e, dopo i pipistrelli e le scimmie, ha cominciato a uccidere l’uomo. L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) è realmente allarmata, scrivono le principali testate europee e internazionali. Il ceppo attualmente attivo in Guinea e in altri Paesi africani confinanti è più “cattivo” di quelli che hanno causato epidemie negli anni scorsi: da una letalità di sette su dieci colpiti, si è passati a nove su dieci. Dunque un virus a cui è praticamente improbabile sopravvivere. Ed è proprio questo uno degli aspetti che fa naturalmente piu’ paura.Non esiste infatti una cura, l’isolamento e l’attesa di una auto-guarigione sono le uniche armi disponibili. «L’attuale esplosione di focolai in Guinea e Liberia è tra le più difficili mai affrontate e potrebbe proseguire ancora per 3-4 mesi», dichiara il vice direttore generale dell’Oms Keiji Fukuda. L’epidemia in Guinea, inoltre, sta generando per la prima volta il timore che il virus possa varcare i confini continentali e avviare il suo diffondersi anche in Europa. In circa 40 anni dalla sua scoperta, contagi circoscritti a piccoli focolai in Africa centrale hanno colpito, complessivamente, un migliaio di persone in aree rurali. La novità, estremamente negativa, è il suo arrivo nelle città. In grandi e popolose metropoli, come la capitale della Guinea e altri centri abitati di Sierra Leone, Liberia, Senegal. Dove è difficile isolare gli infettati e dove il virus può espandersi a macchia d’olio. Così il numero dei possibili contagi sale in modo esponenziale: milioni le persone a rischio. L’Oms si è mobilitata ad ogni livello per prevenire nuovi casi, interrompere i contagi e la diffusione insieme a numerosi partners.
Allarme VIRUS EBOLA, oltre 100 morti in Africa. Il rischio in Italia è concreto: le precauzioni.«Purtroppo questa volta il virus non si è fermato ai villaggi rurali, ma ha iniziato a diffondersi in un grande centro urbano dove vivono due milioni di persone e si tratta del ceppo più aggressivo (ceppo Zaire). L’isolamento dei casi non basta, è fondamentale tracciare la catena di trasmissione. Tutti i contatti dei pazienti che potrebbero essere stati contagiati dovrebbero essere monitorati e isolati al primo segno dell’infezione». E avverte: «L’Italia non ha voli diretti con le capitali dei Paesi attualmente coinvolti dall’epidemia; se da una parte è positivo, dall’altra è un fattore di difficoltà poiché passeggeri infetti potrebbero arrivare dagli scali europei. Sarebbe bene, quindi, che anche l’Italia iniziasse ad attivare misure di attenzione negli aeroporti e nei centri di prima accoglienza. La rete dei laboratori di microbiologia clinica in Italia comprende alcuni centri di riferimento con strutture di alto isolamento e capacità tecniche di diagnosticare tali patologie». Queste le preoccupanti parole del presidente dei microbiologi Pierangelo Clerici.Ecco maggiori informazioni e preziosi consigli, da un estratto del sito Panorama.itProfessor Palù (Direttore del Dipartimento di Medicina molecolare dell’Università di Padova), dobbiamo preoccuparci seriamente?È importante che non si diffonda il panico. Si sta controllando la situazione e va ricordato che questo virus non si trasmette per aerosol, ma solo per contatto diretto con mucose infette, tramite ferite, sangue o per trapianti. Insomma, non siamo in una situazione come quella del film Outbreak con Dustin Hoffman.Quali precauzioni prendere, dunque?Sicuramente le indicazioni del ministero della Salute, a partire dalla massima attenzione alle norme igieniche, come lavarsi le mani. Occorre naturalmente evitare il contatto con sospetti o chiunque abbia soggiornato in zone a rischio, perché potrebbe essere potenzialmente portatore del virus. E poi occorre fare attenzione ad alcuni sintomi: i primi a comparire, nel caso dell’ebola, sono comuni ad altre febbri, ma se compaiono emorragie è bene recarsi subito dal medico.