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IL 2 APRILE
Post n°1319 pubblicato il 04 Aprile 2025 da fresbe
Il 2 Aprile è iniziata la fine della produzione globalizzata che ha comportato lo sfruttamento compulsivo delle classi povere/deboli in Paesi sottosviluppati compensate con salari indegni per il loro lavoro, da parte delle multinazionali non solo Americane. I dazi al 49% al Vietnam da parte di Trump, intendono invertire questo sistema e riportare la produzione negli States. Si auspica una nuova era nella quale produttori e consumatori rappresentino due insiemi geograficamente corrispondenti. Il costo del lavoro è la voce di bilancio di più alto impatto ma non giustifica lo sfruttamento dei poveri. Citando un fatto concreto, un paio di scarpe Nike, vendute a € 200,00 pare costino al produttore dai € 5 ai € 10! Si possono giustificare queste politiche economiche? La delocalizzazione della produzione, ha causato enormi perdite di occupazione in Occidente con peggioramento della qualità del prodotto finito. Non mi risulta siano state prese dalla Comunità Internazionale delle misure di tutela delle classi oppresse od alzate di scudi in difesa dei sotto salariati. Questa è la globalizzazione ed assistere all’inizio della sua fine non può fare che piacere agli uomini ed alle donne di buona volontà e sani principi. Un noto economista (ma di basso valore) ha affermato solo ieri che il dissesto di mercato (rapporto tra esportazioni ed importazione negativo) negli Stati Uniti è generato dal fatto che gli americani vivano al di sopra delle loro possibilità. Che un servo si permetta di criticare il padrone perchè a suo avviso spende troppo, potrebbe generare la tipica reazione del taglio del suo compenso. Se per non risultare insignificanti necessiti affermare castronerie, sono contento di contare nulla e di permettermi il lusso di esprimere le mie idee, senza attenermi a veline o linea editoriale. Nel contempo i “volenterosi armiamoci e partite”, proseguono nelle loro riunioni con l’intento di proseguire la guerra in Ucraina. Sono allo scoperto, sfiduciati in Patria, poco considerati dalle potenze mondiali, alla canna del gas con economie in dissesto. Tranquilli stanno già trattando TUTTI (in separata sede) con l’amministrazione Trump per ridurre l’impatto dei dazi anche se formalmente ritengono sia la UE a doversene occupare. Purtroppo risulta che a Bruxelles si intendano solo della lunghezza dei molluschi, di carica cellulari universali, di tappi che non si staccano dalle bottiglie, di ipotetici rapporti debito/Pil e di migliaia di altre inutili pastoie burocratiche in ordine sparso. Facciamo attenzione nel medio periodo alla reazione del mercato interno Americano al lievitare dei costi. Saranno determinanti con la loro “domanda” alla ricalibrazione dei dazi imposti in modo generico. E’ il momento della contrattazione bilaterale che stabilisca nuovi equilibri. |
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