CLUB BENCHMARKING

MERCANTILISMO O DELOCALIZZAZIONE? FORSE NON SOLO


La scelta della politica economica, è uno di quei casi dove la programmazione di lungo termine, ha ragione d’essere. Produrre per esportare, considerando il mercato interno in sott’ordine, si definisce “mercantilismo”, e si deve accompagnare ad una struttura politico/economica d’inganno e sopraffazione.La Germania pianificò a tavolino la moneta unica europea, per mediare le rivalutazione del Marco che in qualche modo era di ostacolo alle maggiori esportazioni. Nel contempo negli Stati Uniti, la comoda possibilità d’invadere i mercati di carta moneta che potevano stampare a piacimento, essendo venuta meno la convertibilità con la riserva aurea (Nixon 1971), indirizzava verso la drastica riduzione del costo del lavoro, ottenuto sulle spalle dei lavoratori americani. Delocallizzare (spostare all’Estero la produzione) non venne certo impedito a discapito dei livelli occupazionali dell’Industria USA. Le multinazionali non hanno bandiera, nazionalità, etica, rispetto ed i Governi avrebbero il compito di impedire gli eccessi. La Sede legale in Paradisi Fiscali, consente di mantenere ingenti capitali al di fuori dello Stato nel quale vengono effettivamente prodotti, privando di importanti possibilità di investimento.Esiste una terza via, che dovrebbe rappresentare la soluzione. L’attività delle imprese non deve essere rivolta al solo ottenimento di un elevato livello di ricavi o di margini utili, ma deve contemplare anche il rispetto di obiettivi di socialità, quali consentire ai lavoratori impiegati e redditi conformi. Perché la macchina possa proseguire nella sua marcia, risulta essenziale il carburante e questo è fornito dal consumatore/ultimo fruitore, che deve essere messo nelle condizioni di poter spendere. Nel “lungo periodo” affamare il popolo, innesca le rivoluzioni e la trasformazione da utili strumenti che determinano la domanda in crescita, a guerriglieri senza pietà.