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INFORMAZIONE DI REGIME


La previsione sugli andamenti futuri (vendite-ricavi-PIL) quando non supportati da interventi di modifica dello “status quo”, mediante implementazioni di politica economica, appaiono spesso come vani vaticini. Ipotizzare concettualmente una economia in crescita, fa parte di una mentalità nata e cresciuta in momenti economicamente favorevoli, ma distante dalla realtà attuale. Come risaputo, la DOMANDA bloccata, la deflazione e la recessione, sono aspetti da considerare e da modificare. In primis occorrerebbero dei mirati interventi di politica fiscale, con riduzione del prelievo alla fonte e riduzione delle aliquote, che serva ad incentivare la spesa, accompagnati dagli investimenti Statali in infrastrutture, strade, messa in sicurezza del territorio e manutenzione del patrimonio artistico. Gli investimenti sarebbero a debito (deficit spending di Keynesiana memoria) ma soggetti ad immediati ritorni positivi per l’erario, con ripresa dei consumi e riduzione della percentuale di non occupati. Lo Stato dovrebbe preoccuparsi di creare opportunità, agevolando l’imprenditoria giovanile con finanziamenti snelli ed accessibili, ed attirare/agevolare investimenti con l’introduzione di sgravi fiscali e contributivi. Nonostante lo stato di immobilità, l’STAT diffonde dati positivi sulla produzione che non hanno riscontro nella realtà oggettiva. Le “spie” che si dovrebbero accendere a segnalare la ripresa, sono l’aumento del consumo delle fonti energetiche (direttamente dipendenti alla crescita della produzione e dei trasporti) e la riduzione della % di non occupati, tra cui spicca il dato negativo (il peggiore in Europa) riguardante i giovani. L’informazione di regime è insopportabile ed inattendibile!