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WEB TAX PROSSIMA VENTURA ?


In assenza di “regole chiare e condivise” all’interno della UE, i colossi del web sguazzano come paperelle nello stagno:"E' un'iniziativa molto buona quella dei quattro Paesi. L'economia digitale rende la tassazione molto difficile, a nessuno piacciono le tasse, quindi dobbiamo stabilire le modalità di applicazione": lo ha detto il ministro olandese e presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, riferendosi alla web tax.Booking.com, Google, Amazon, Facebook ed Airbnb si stanno arricchendo ai danni degli Stati Ue, a cui non versano la “giusta” proporzione di tasse. Per questo la Ue sta studiando una 'web tax' europea, che superi l'attuale principio della 'residenza fiscale' delle aziende, adattandolo alla caratteristica dell'economia digitale, che produce redditi 'virtuali' in molti Stati, versando le tasse in uno soltanto, determinato per convenienza. E' quanto si legge nel documento che l'Ecofin discuterà la prossima settimana a Tallin, di cui l'ANSA ha preso visione. Affrontare le sfide dell'economia digitale comporta la "modifica del concetto di stabilimento permanente". In base a questo approccio, "anche senza presenza legale", un'azienda con una "presenza digitale significativa" nei Paesi dove opera, dovrebbe obbligatoriamente stabilire una "residenza virtuale" che la costringerebbe a sottostare alla tassazione. Il ministro Italiano dell'economia Pier Carlo Padoan, ha sottoscritto una dichiarazione politica congiunta con i colleghi di Germania, Francia e Spagna a sostegno di una iniziativa per la tassazione delle imprese dell'economia digitale. E' quanto informa il Tesoro secondo cui i quattro ministri delle finanze dei paesi più grandi dell'Eurozona intendono presentare l'iniziativa per la tassazione della web economy nel corso della prossima riunione informale dell'Ecofin. La dichiarazione è stata inviata a Toomas Töniste, Ministro delle Finanze dell'Estonia (Stato che ricopre la presidenza di turno dell'Unione europea) per conoscenza al Commissario europeo Pierre Moscovici. L'iniziativa, spiega il ministero, "ha lo scopo di sollecitare una imposizione delle imprese che svolgono attività economica in Europa senza corrispondere un livello di tassazione adeguata, mettendo a repentaglio i principi di equità fiscale e la sostenibilità del modello economico e sociale del continente".