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SHELL: LA PRIMA RICARICA PER AUTO ELETTRICHE


Shell ricicla se stessa e inaugura in una stazione di servizio nei dintorni di Londra la sua prima colonnina di ricarica veloce per veicoli elettrici.La multinazionale del petrolio anglo-olandese, una delle famose e famigerate sette sorelle dei combustibili fossili, sembra aver preso sul serio la necessità di convertirsi -o almeno sfruttare - la marea odierna che spinge per la diffusione delle vetture ibride o a motore elettrico, a fronte di un crescente movimento di di-sinvestimento dalle fonti fossili di energia, carburanti per auto compresi. Benché attualmente sulle strade d'Europa esistano meno di 100 mila veicoli elettrici,Morgan Stanley - riporta l'agenzia Reuters - stima che entro l'anno 2030 nella parte occidentale del continente potrebbero essere necessari da 1 a 3 milioni di punti di ricarica pubblici per soddisfare la domanda crescente.La colonnina Shell dovrebbe essere in grado di ricaricare la maggior parte delle batterie di un veicolo elettrico da zero all'80% in mezz'ora, e rappresenta il primo passo della compagnia in vista del programma di estensione di questo tipo di offerta,che comincerà da Regno unito, Paesi Bassi e Filippine. Shell, del resto, ha appena annunciato l'acquisizione di New Motion, una delle più grandi reti di ricarica elettrica in Europa, protagonista di un settore in decisa espansione a livello globale.da Pixabay.comN.B.: E’ stato facile prevedere questo futuro. Ho immaginato (nei miei post precedenti) “un fiorire di queste stazioni elettriche, l’aumento esponenziale degli investimenti nel settore, ed il di-sinvestimento dalle attività estrattive classiche (petrolio, carbone). Naturalmente era necessario un netto progresso tecnologico nel campo degli ACCUMULATORI AL LITIO (dette comunemente batterie),della loro durata nel tempo, capacità di carica e... dimensioni. Se i ROVER giunti su MARTE avessero avute in dotazione le nuove celle solari, sarebbero ancora attivi e funzionanti: ENERGIA PULITA A COSTO ZER0 (dopo l’ammortamento dei costi di ricerca e d’impianto)