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BCE ESTENDE MA DIMEZZA IL Qe


Dimezzato l’importo dei titoli acquistati mensilmente dalla Banca Centrale Europea nell’ambito del programma di Quantitative Easing, avviato nel marzo del 2015. A partire da gennaio 2018 si passerà da 60 a 30 miliardi, estendendo di nove mesi la durata dell’operazione, fino a settembre del 2018, “e anche oltre se necessario”.La BCE ha tuttavia ribadito che “se le prospettive diverranno meno favorevoli o se le condizioni finanziarie risulteranno incoerenti con ulteriori progressi verso un aggiustamento durevole del profilo dell’inflazione, il consiglio direttivo è pronto a incrementare il programma in termini di entità e o durata”. Francoforte potrebbe tornare ad aumentare il Qe, o allungare ulteriormente gli acquisti di titoli oltre settembre 2018, se dovesse rendersi necessario.La BCE ha lasciato inoltre invariati i tassi di interesse – il tasso principale è allo 0%, quello sui depositi resta negativo allo -0,4% mentre il tasso sui prestiti marginali è a 0,25% – e prevede che rimarranno ai loro livelli attuali per un lungo periodo di tempo e “ben oltre l’orizzonte degli acquisti netti di attività”. Le misure dell’inflazione di fondo hanno registrato un lieve aumento negli ultimi mesi – ha chiarito il governatore Mario Draghi in conferenza stampa – ma nel complesso restano su livelli contenuti. Permane quindi ancora la necessità di un grado molto elevato di accomodamento monetario per consentire il graduale accumularsi di spinte inflazionistiche di fondo e sostenere la dinamica dell’inflazione complessiva nel medio periodo. Se le prospettive diverranno meno favorevoli o se le condizioni finanziarie risulteranno incoerenti con ulteriori progressi verso un aggiustamento durevole del profilo dell’inflazione, siamo pronti a incrementare il nostro programma di acquisto di attività in termini di entità e/o durata”.“Non abbiamo discusso di scenari alternativi. Devo dire – ha aggiunto Draghi – che c’è stata un’atmosfera molto positiva in cui tutti i governatori hanno sottolineato la forza perdurante dell’economia e i riflessi sul mercato del lavoro dove sono stati creati 7 milioni di posti di lavoro in quattro anni”. Tuttavia resta che “per fruire appieno dei benefici derivanti dalle nostre misure di politica monetaria, le altre politiche devono fornire un contributo decisivo al rafforzamento del potenziale di crescita”Domandiamoci:1. Questi 7 milioni di posti di lavoro, sono a tempo indeterminato? 2. La ripresa dell’inflazione è un “desiderio” o viene estrapolata da dati manipolati?3. Siamo certi di non essere ancora in deflazione?