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PROMESSE ELETTORALI


Quando si afferma che non sia possibile occuparsi di politica se non si hanno competenze economiche, si scade nell’ovvio. Da Trump negli USA a Berlusconi e Salvini in Italia, impostare la campagna elettorale sulla riduzione delle imposte dirette (N.B: tasse... non è il termine corretto!) o l’aumento delle pensioni minime a 1.000 euro/mese, sarebbe giusto dal punto di vista etico, ma occorrerebbe “ante” stabilire il fabbisogno della “macchina Stato” a consuntivo e previsionale per il medio periodo. Non si possono ridurre i previsti introiti dell’Erario, senza nel contempo mantenere sprechi e privilegi. Sarebbe fondamentale, azzerare il bilancio statale, inserendo successivamente uno alla volta i capitoli di bilancio per determinarne l’utilità. Nel caso tipico degli USA, il Presidente Trump ha ridotto genericamente il gravame dell’imposte, non operando differenziazioni tra i diversi livelli di reddito. Naturalmente, in riferimento a quanto esposto in precedenza, occorrerà procedere a “tagli” che riguarderanno il “welfare”, giacchè di ridurre le spese militari non se ne avrà certo intenzione. L’aumento dell’indebitamento rappresenta un problema risolvibile stampando più moneta, cosa che avviene già da molto tempo. Si chiama Sovranità Monetaria, quella che l’Italia ha perduto a seguito di un patto scellerato.