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COSA DISSE J.M. KEYNES?


Sono sconfortato dalla visione caricaturale di Keynes, tutto spesa pubblica e svalutazione, tramandata dagli economisti di destra (transeat) e di sinistra! Non faccio esempi per carità di patria. Forse chi banalizza così l'analisi di J.M. Keynes non ha mai letto il capitolo XII della Teoria generale ("Lo stato dell'aspettativa a lungo termine"), o non vuole che voi lo leggiate. Vi va di leggerlo con me? Non è difficile, perché J.M. Keynes aveva idee, e quindi non era costretto ad addobbare il nulla del proprio conformismo ideologico con festoni di integrali isoperimetrici. (N.B.: L'isoperimetria è la condizione per cui figure piane presentano lo stesso perimetro. Dal greco infatti isoperimetria è il composto di iso- (uguale) e perímetros (misura di contorno)...J.M. Keynes dice una cosa molto semplice: ai mercati non interessa “compiere le migliori previsioni a lungo termine sul rendimento probabile di un investimento”, convogliando i capitali verso gli investimenti mediamente più produttivi, che generano quindi più crescita e più occupazione. Ai mercati questo non interessa non perché siano cattivi, ma perché comportarsi in questo modo (virtuoso e favorevole alla crescita di lungo periodo) non è razionale: “sarebbe sciocco, infatti, pagare 25 per un investimento il cui reddito prospettivo sia ritenuto tale da giustificare un valore di 30, se nello spesso tempo si ritiene che il mercato lo valuterà 20 fra tre mesi”, e  “questo è il risultato inevitabile di mercati di investimento organizzati avendo di mira la cosiddetta “liquidità””, e nei quali quindi “lo scopo privato dei più esperti investitori” diventa “passare al prossimo la moneta cattiva”, in un contesto “soggetto ad ondate di ottimismo e pessimismo irragionevoli”, che la razionalità individuale non può contrastare anche perché “è cosa migliore per la reputazione fallire in modo convenzionale, anziché riuscire in modo anticonvenzionale”. Non vi sembra un’ottima descrizione di quanto stiamo vedendo? È stata pubblicata nel 1936. Occorre altro? Ora sapete cosa dire al prossimo fesso che attacca il disco “perché Keynes è quello della spesa pubblica...”Alberto Bagnai dal suo blog goofynomics