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LA TRANSIZIONE CHE NON C'E'


Nella storia umana non è mai avvenuta una “transizione” energetica, ovvero la sostituzione di una fonte energetica con un’altra. Il carbone non ha sostituto la legna, il petrolio non ha sostituito il carbone. Una fonte si è affiancata all’altra, ed ai nostri giorni le “rinnovabili” rappresentano una utopia. Ciò che andrebbe correttamente valutato, è l’impatto che l’introduzione di un nuovo tipo di energia ha sull’ambiente: maggiore inquinamento dell’aria e del paesaggio, delle acque, conversione di terreni coltivabili ad uso diverso.La rivoluzione industriale fu un processo di evoluzione economica e di industrializzazione di società che da agricolo-artigianali-commerciali si trasformarono in sistemi industriali caratterizzati dall'uso generalizzato di macchine azionate da energia meccanica e dall'utilizzo di nuove fonti energetiche inanimate (come, ad esempio, i combustibili fossili), il tutto favorito da una forte componente di innovazione tecnologica e accompagnato da fenomeni di crescita, sviluppo economico e profonde modificazioni socio-culturali e politiche. La seconda rivoluzione industriale viene fatta convenzionalmente partire dal 1870, con l'introduzione dell'elettricità, dei prodotti chimici e del petrolio. Talvolta, ci si riferisce agli effetti dello svolgimento massiccio dell'elettronica, delle telecomunicazioni e dell'informatica nell'industria come alla terza rivoluzione industriale, che viene fatta partire dal 1970. La rivoluzione industriale comportò una profonda e irreversibile trasformazione che partì dal sistema produttivo fino a coinvolgere il sistema economico nel suo insieme e l'intero sistema sociale. L'avvento della fabbrica e della macchina modificò i rapporti fra i settori produttivi. (by wikipedia)Dal 2013 (piano industriale del Governo tedesco), siamo entrati nell’era di Industry 4.0, la quarta rivoluzione industriale basata sulla innovazione tecnologica (smart factory) che coinvolge i sistemi produttivi interconnessi e controllati tramite l’utilizzo di nuove tecnologie digitali, sensori e connessione wireless a basso costo ad elevato risultato pratico misurabile.Dalla prima alla quarta rivoluzione industriale, l’energia è stata prodotta primariamente dal fossile, mai abbandonato nonostante generi inquinamento. Quindi carbone petrolio e gas, hanno garantito il fabbisogno “energivoro” dell’industria (82% ca.) affiancati da l’idroelettrico (7% ca.) e dal nucleare (4% ca.). Le rinnovabili, nonostante i massicci investimenti, garantiscono un misero 7% con aspettative di crescita. Le conseguenze per l’ambiente sono state altresì devastanti. Le pale eoliche per la produzione di energia generata dal vento, nascondono problematiche complesse. Lo smaltimento delle pale non più idonee - che vengono seppellite non potendole frantumare - la necessità di lubrificazione delle torri, che causa la caduta degli olii in mare, sono tra queste. L’idroelettrico è sicuro ma comporta colossali investimenti in strutture e dighe che comunque un rischio lo rappresentano. Resta il solare con i pannelli fotovoltaici distesi al posto delle culture, con orrido impatto visivo, in uno scambio con risultato non certo a zero.(E. Fareri Industry 4.0. 2018)