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REDDITOMETRO: INVIDIA SOCIALE?


L’ignoranza Economica è diffusa ad ogni livello della Società. Si nutre di invidia e di risentimento. Torna spesso “a bomba” la famosa macro evasione fiscale, quantificata a piacere per giustificare i peggiori provvedimenti legislativi, che non colpiscono certo gli “organizzati” ma sempre e soltanto i soliti “peones”Per tenere nel recinto (controllare) i lavoratori a reddito fisso ed i pensionati, tassati fino al ultimo centesimo, a scadenza si ripropone a livello politico, la mitica lotta al "sommerso”, alla evasione presentata come il problema da risolvere. Il tutto di basa su concetti errati. Un dipendente che guadagni 100k euro/anno, viene tassato di conseguenza (non sono tanti) ma i ricchi, non hanno di regola posizioni da dipendenti. Sono soci di s.p.a. di s.r.l., investono capitali in borsa con utili tassati alla fonte. Nel caso abbiano proprietà immobiliari locate, scontano le imposte relative. Ma allora, dove risiede l’evasione? Nelle attività irregolari non dichiarate, nelle aziende fantasma sconosciute al fisco, nel sommerso. Solo per esempio, nella Regione Campania si ingegnano, producono falsi di abbigliamento ed accessori simili non solo al aspetto ma anche nella qualità agli originali. Occhiali, orologi, tecnologia naturalmente in nero con attività conosciute e sopportate da chi dovrebbe intervenire. Si tratta di un simil aiuto di Stato che consente la sopravvivenza di strati importanti della popolazione. Il PIL sommerso che viene prodotto è importante e ritengo a titolo personale, che non rappresenti il cuore del problema. Gli stranieri si integrano a meraviglia in questo “far-west”! Sfruttano al massimo le agevolazioni per le nuove imprese, non versano di regola contributi ed imposte, chiudono e riaprono le attività che non risentono di rallentamenti o stop produttivi. Sono finanziati dallo stato cinese ed in altri casi da capitali di dubbia provenienza. Continuano ad essere nel contempo elevati i volumi di trasferimento di denaro al estero, tramite i “money transfer” privando di opportunità il mercato interno. Le etnie straniere sono circoli chiusi: i cinesi comprano dai cinesi, gli africani dai connazionali. Si integrano poco e male, occupando a macchia d’olio zone della città con attività etniche, commercio di frutta, bazar e ristoranti etnici che non subiscono certo i controlli delle attività italiane. Ma l’evasione? Ma i ricchi?E riappare il “redditometro”, misura estrema di matrice comunista per combattere la ricchezza come cancro sociale. Le auto di grossa cilindrata, gli yacht si pensa veramente siano di proprietà di persone fisiche e non magari di Società con sede a Panama? Di fronte alla impossibilità di agire nei confronti di chi rispettando le leggi esistenti “elude” (non evade...) le imposte, si vorrebbe procedere con attività induttiva di valutazione del livello di vita dell’individuo per sanzionarlo sulla base dell’invidia sociale, per fare contenti coloro che non possono non pagare, subendo ritenute alla fonte. Nel momento in cui di determina il volume (presunto) dell’evasione, sarebbe il caso di intervenire per il recupero. Di fronte alla impossibilità di procedere, si inaspriscono le procedure nei confronti di coloro che “non riescono” a pagare, verso coloro che perdono il lavoro senza trovarne un altro, verso i professionisti ed i commercianti in crisi, vessati da cartelle esattoriali per iva, irpef, ici, Tari e spese condominiali. Il vero e reale problema, sta nella qualità della spesa, nello sperpero che uno Stato onnivoro pratica dei fondi raccolti. Si finanziano le guerre e non il welfare, si supportano finanziariamente i clandestini parassiti e si abbandonano i disabili italiani e i pensionati anziani al minimo che razzolano nei bidoni della spazzatura per trovare qualcosa da mangiare. Il Bilancio dello Stato andrebbe azzerato reintroducendo una alla volta le voci di spesa: si scoprirebbero i mille rivoli di malaffare che i vari Governi della Repubblica hanno introdotto nel tempo. Il problema, ripeto, è la SPESA che deve ridursi e non aumentare di anno in anno in modo incontrollato.