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T.G. FONTAINE - KEYNES IN ACTION 2018 - Prologo


Stiamo vivendo l’epoca della comunicazione, dell’informazione e del controllo. Gli eventi si susseguono, importanti e basilari, senza che se ne avverta l’impatto rivoluzionario ed innovativo. La “percezione” nelle masse è di basso livello, risultando inebetita dai “gadgets” che la tecnologia “sforna” senza soluzione di continuità.  Ai tempi dell’impero Romano valeva la regola aurea del “panem e circences” (letteralmente «pane e giochi circensi»: locuzione latina, utilizzata nell'antica Roma e al giorno d'oggi, per indicare in sintesi le limitate e definibili aspirazioni del popolo (nella Roma di età imperiale) e della piccola borghesia. Era allora e rappresenta ai nostri giorni l’oppio del popolo, che viene distratto dai problemi attraverso il coinvolgimento in attività ludiche, inoculate nella Società come “virus intellettivi”, capaci di inibire le coscienze, azzerare il senso critico uniformandosi al “pensiero unico”. La sensibilità delle coscienze è in caduta libera, ancorata ai vecchi pregiudizi nelle persone di una certa età, ed inesistente tra le nuove leve cresciute con internet e tablets. Il potere finanziario attraverso i suoi “burattini”, agisce nel campo della politica attiva, condizionando l’esistenza di tutti per il raggiungimento della finalità dell’accumulo. Chi si scaglia contro il “capitalismo” lo fa per partito preso, partendo spesso da posizioni sconfessate dalla Storia e che hanno generato nel tempo più morti in tempo di pace, che a seguito delle guerre (dalle Puniche ai nostri giorni). Ciò non significa che il capitalismo non abbia subito una mutazione pericolosa! Già John Maynard Keynes, rappresentò l’esigenza che il sistema dovesse prestare attenzione alle necessità primarie della popolazione con l’introduzione del primo concetto di “welfare state”, osteggiato allora come oggi, dagli economisti liberali succubi alla dottrina del “laissez faire” ereditata da Adam Smith. I “keynesiani”, gli ultimi veri economisti rimasti, vengono cacciati nella foresta come si farebbe con gli animali, esclusi dai tavoli decisionali, emarginati per le loro “capacità, potenza ed autonomia di pensiero” a rappresentare un pericolo per l’ortodossia e per il potere costituito. Esso trova la sua massima espressione, operando alla luce del sole nel Club Bilderberg, “think tank” (gruppo di esperti impegnato nell'analisi e nella soluzione di problemi complessi, specie in campo economico, politico o militare) inteso come simposio delle menti e non già per ciò che letteralmente rappresenta: sintesi del sistema di controllo finanziario mondiale.