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HELICOPTER MONEY: DIFFERENZE TRA KEYNES E FRIEDMAN

Post n°1048 pubblicato il 23 Gennaio 2018 da fresbe
 

L’ipotesi che le banche centrali regalino soldi ai cittadini senza pretendere nulla in cambio, hanno obbligato le stesse Banche Centrali alla smentita. Per la verità Mario Draghi ha aperto timidamente all’idea, che ha definito “molto interessante” anche se pone problemi legali e implementativi. 

Il motivo per cui si è arrivati a questa ipotesi è che i bassi tassi sui rifinanziamenti alle banche, i tassi negativi sulle riserve e i Quantitative Easing (Qe), paiono non bastare. Anche negli Stati Uniti, dove la ripresa è stata più significativa e la disoccupazione è scesa al 5%, il tasso di crescita è sensibilmente minore di quello precedente la crisi, l’inflazione è bassa, i salari crescono lentamente (almeno di un punto in meno rispetto a quanto sarebbe necessario per spingere l’inflazione al 2%) e la gente è sempre più insoddisfatta. Il Regno Unito non ha fatto meglio, mentre l’Europa ha fatto peggio, a causa della stretta fiscale imposta dal 2010 in poi alle periferie dell’Eurozona. (Wikipedia)
L’Helicopter Money prende il nome da una provocazione di Milton Friedman secondo il quale, gettare denaro dagli elicotteri aumenterebbe l’inflazione:
Supponiamo che un giorno un elicottero sorvoli una comunità e lanci 1.000 dollari dal cielo. Ovviamente, verrebbero frettolosamente raccolti dai membri della comunità stessa. Supponiamo inoltre che tutti siano convinti che questo sia un evento unico che non sarà più ripetuto. (M. Friedman, The Optimum Quantity of Money, 1969)
Il risultato, secondo Friedman, è che questo aumento della quantità di moneta genererebbe un aumento della domanda nominale (della spesa) e quindi inflazione. Tuttavia le ipotesi di Friedman sono alquanto restrittive: la gente non dovrebbe risparmiare il denaro gettato dall’Elicottero e l’economia dovrebbe trovarsi al pieno impiego. (eventi improbabili)
Proprio su queste ipotesi insistono i critici dell’Helicopter Money: in una situazione di incertezza e di sfiducia, se gettassimo soldi da un elicottero, o più semplicemente se le Banche Centrali accreditassero una certa somma a tutti i cittadini, nulla impedirebbe che essi risparmino, se non tutto, una buona parte di quanto ricevuto. Oppure che usino questo denaro per ripagare i debiti pregressi, senza stimolare consumi e produzione, ben sapendo che l’evento miracoloso sarebbe unico e irripetibile. Ed anche se una parte del denaro fluisse nell’Economia, esso potrebbe essere diretto all’acquisto di beni importati (quanti con 1.000 euro si comprerebbero un nuovo telefonino o un tablet?) invece che alimentare la domanda interna.
Anche John Maynard Keynes propose qualcosa di simile, ma solo all’apparenza. Scrisse Keynes: Se il Tesoro si mettesse a riempire di biglietti di banca vecchie bottiglie, le sotterrasse ad una profondità adatta in miniere di carbone abbandonate, e queste fossero riempite poi fino alla superficie con i rifiuti delle città, e si lasciasse all’iniziativa privata, secondo i ben noti princìpi del laissez-faire, di scavar fuori di nuovo i biglietti, non esisterebbe più la disoccupazione. Tenendo conto degli effetti secondari, il reddito reale e anche la ricchezza in capitale della collettività, diverrebbero probabilmente maggiori di quanto non siano attualmente. (J.M. Keynes, Teoria generale dell’occupazione dell’interesse della moneta, 1936)
Keynes non propose un mero stimolo monetario attraverso del denaro regalato al pubblico.  Per seppellire e poi riprendere le banconote, infatti, è richiesto del lavoro. Occorre procurarsi le bottiglie, infilarci le banconote, portarle nelle miniere, riempirle con i rifiuti. Poi, dopo una gara per assegnare i terreni dove sono seppellite le bottiglie, ogni assegnatario dovrà assumere degli operai e procurarsi le attrezzature necessarie a rinvenirle. In altre parole, qui le banconote sono solo un pretesto per movimentare le risorse produttive, lavoro e capitale, a differenza del denaro gettato dall’elicottero che non richiede nessun lavoro (almeno per come la vedeva Friedman).
Si potrebbe applicare in qualche modo il consiglio di Keynes? Lo stesso economista inglese suggerisce cosa fare subito dopo il paragrafo citato: “Effettivamente sarebbe più sensato costruire case e simili”. Già, basterebbe usare il denaro, preso a prestito o stampato di fresco, poco importa in una situazione come quella attuale, per finanziare lavori pubblici. E’ sintomatico che ci si inventi qualsiasi cosa, persino gettare il denaro dal cielo, pur di evitare di dare allo stato l’occasione di dimostrarsi utile, ad esempio costruendo case, strade, scuole ed ospedali. I trattati europei proibiscono esplicitamente il finanziamento monetario della spesa pubblica, ma la proposta dell’Helicopter Money non è limitata all’Eurozona. Il pregiudizio ideologico “tutto fuorché la spesa pubblica” è così diffuso che sono davvero pochi quelli capaci di sfuggirgli. E il DEFICIT SPENDING di Keynesiana memoria? Esistono tuttavia delle abissali differenze tra "spesa" ed "investimento". Lo Stato che investe in infrastrutture non è lo stesso che finanzia le Onlus (?) dell'accoglienza migranti, questa si da configurarsi come "spesa" senza serie ipotesi di ritorni economici.

N.B.: A giocare un ruolo negativo, occorre considerare l'ISTERESI ECONOMICA, secondo la quale "denaro trovato" o riduzione delle imposte, non comporterebbe da parte del cittadino contribuente, la corsa agli acquisti alimentando la ripresa della DOMANDA e con essa l'aumento dell'inflazione. Si assisterà altresì ad un aumento del risparmio. Le persone, le famiglie, non SONO DELLE MOLLE che terminata la compressione riprendono il loro stato iniziale. 
(post n° 1047 in questo Blog)

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