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Messaggi del 03/04/2025
Post n°1318 pubblicato il 03 Aprile 2025 da fresbe
La materia è regolata dall'art. 8 del DPR 633/72.In caso di esportazione di merci, non si applica l'IVA, ma si effettua una vendita non imponibile. Naturalmente, per evitare comportamenti fraudolenti da parte delle imprese, le Finanze hanno posto delle condizioni che devono essere rispettate. Questa precisazione si rende necessaria per il generarsi di errate comunicazioni social. Se l’esportatore carichi comunque l’importo del 22% sul non imponibile, generando un costo per l’importatore (non dovuto comunque all’iva) riguarda la correttezza commerciale. La determinazione del costo complessivo della merce esportata è conseguenza della trattativa tra chi esporta e chi importa. Ritenere che il costo risultante sia equivalente all’imponibile non gravato da iva (rispetto al mercato interno) è una supposizione perchè occorre considerare altri costi (doganali, trasporto, assicurativi) e delle condizioni contrattuali specifiche quali la disponibilità “concreta” della merce. Se venisse considerata la sede del importatore quale destinazione, si andrebbero a sommare i predefiniti costi. In alternativa l’importatore dovrebbe provvedere con mezzi propri al prelievo e trasferimento. |
Post n°1317 pubblicato il 03 Aprile 2025 da fresbe
Che la “guerra” dei dazi rappresenti un danno per le economie coinvolte in un fatale abbraccio chiamato “globalizzazione”, risulta in tutta evidenza. Iniziando con il rispetto della regola aurea della “reciprocità”, l'amministrazione Trumpiana ha deciso di applicare dazi sulle importazioni in USA pari al 36% per la Cina ed il 20% sulle merci Europee. Il mercato è un “campo di battaglia” sui generis ove si scontrano eserciti virtuali, determinati dai consolidati rapporti di forza nel mercato globale. Gli interessi contrapposti necessitavano di essere ricalibrati e quindi la “lavagna” è stata cancellata in toto. Se è vero, come pare, che gli USA si siano condannati nel tempo alla deindustrializzazione, creando una dipendenza dall’estero che ha causato perdita di occupazione ed imprese che si sono delocalizzate per non versare le imposte in USA lucrando sullo “sconto”, questa iniziativa appare come un tentativo di invertire il trend. L’ipotesi che si tratti di un “colpo di testa” e non già della pianificazione di una strategia, non penso sia corretta. Mentre le cancellerie Europee “pigolano” nel criticare la politica economica di Trump, occorre predisporre delle reazioni composte che abbiano la finalità di adeguarsi alla mutata condizione. La UE dopo essersi lamentata della mancata considerazione da parte dell’amministrazione Trumpiana, ora si trova nella condizione di dichiarare la sua completa incapacità di rappresentare i differenti interessi nazionali delle ventisette vittime sacrificali. Sul piano delle iniziative fattibili, al primo posto c’è la ripresa delle forniture Russe per l’energia ed il ristabilire regolari rapporti commerciali. Le sanzioni hanno destabilizzato l’Europa più che l’orso Russo, ed andrebbero eliminate da subito. Le reazioni che avranno rilevanza sul piano pratico, sono quelle dei consumatori finali, con al centro la domanda, come è normale che sia. Gli importatori operano “acquistando sul venduto”, in conseguenza degli ordini cercando di non immobilizzare capitali investiti nel “magazzino” (scorte) che il più delle volte appare come “virtuale”. La valutazione è tipicamente “merceologica” entrando in un campo oscuro per i commentatori casuali dell’informazione allineata. Come affermato in un mio precedente post (n° 1314 del 28/02/2025) saranno i volumi e la tipologia delle merci ad essere decisivi. La UE nel tentativo di difendere gli interessi della Germania e quindi la loro industria dell’auto, potrebbe danneggiare principalmente l’Italia e le sue esportazioni che riguardano il settore alimentare. Naturalmente si procederà in ordine sparso, come sta avvenendo da tempo, tramite incontri bilaterali tra USA e rappresentanti dei principali esportatori. |
Post n°1316 pubblicato il 03 Aprile 2025 da fresbe
La regola aurea alla base dei rapporti commerciali e di forza tra le Nazioni, consiste nel rispetto del concetto (e sua applicazione) della reciprocità. Gli scambi commerciali tra gli Stati, sono condizionati dagli interessi privati che hanno consentito all’export della Cina di soffocare i mercati interni dell’Occidente. Applicare i dazi sulle importazioni di merci dalla Cina, avrebbe dovuto essere valutata come misura urgente ed inevitabile ma l’Occidente ha ritenuto avvantaggiarsi dei bassi costi (ed all’inizio infima qualità) delle importazioni di merci non rispondenti ai costosi standard autoimposti. Le conseguenze sono state devastanti, deprimendo la produzione interna in favore delle importazioni a tutti gli effetti illegali di merci non sottoposte ai vincoli qualitativi. Dumping bancario, lavoro minorile, bassa qualità, pericolosità diffuse, non hanno impedito ai privati di preferire la commercializzazione di merci importate preferendole al mercato produttivo interno. Il consumatore non si è di certo occupato del WTO (Word Trade Organisation) e del fatto che la Cina non sia stata monitorata ed obbligata al rispetto alle nostre regole produttive. Approssimazione, cecità e corruzione hanno consentito la violazione sistematica della corretta concorrenza. Nel contempo le esportazioni UE verso gli USA, hanno goduto di dazi privilegiati non bilanciati dal concetto di reciprocità. L’Europa produttiva è stata definita “parassita” in conseguenza di questo stato delle cose. Possiamo affermare che il “pericolo Cinese” non sia stato valutato in modo corretto ed ora abbiamo il coraggio di lamentarci ed ipotizzare una “guerra commerciale” contro il nostro principale mercato di esportazione, evitando di occuparci del vero nemico che sta da tempo destabilizzando le nostre Economie. Non credo che Trump maggiorazione dei dazi su tutte le merci importate, limitandosi a valutazioni opportunamente differenziate. Le esigenze del mercato interno USA avranno il loro peso del quale l’amministrazione Trump dovrà necessariamente tenere in debito conto. |
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