TEMPO

Post N° 106


   Graffiarti a sangue la schiena.    Non ho paura del sangue. Neppure allora, dentro quelle stanze di morte.Che c'era pių vita in quel sangue avvelenato, che non in questo muoversi ed agitarsi.   Quando sei dentro non vedi, non senti, non comprendi.   Graffiarti. Piano. Esserti dentro, sopra, sotto, intorno.Vederti, sentirti, comprenderti.    Come uccello ferito ti ho imboccato, ore infinite a tenerti le mani perchč non ti strappassi la flebo.    Per notti intere ho sognato quegli occhi verdi e quella nuvola allegra e fragile di rossi capelli.La pelle, una maschera sottile, appoggiata su di un teschio immacolato.Adoravo le tue ossa, la tua gola. La morte ti dormiva accanto. In attesa.   Il tuo salto nel vuoto. Pomeriggio d'estate.Bacio quegli occhi chiusi ormai.    Ritorno alla tua schiena. Mi ci aggrappo.Nel buio ti porto a fondo. Nel mio dolore.Non č questo che voglio, guardami. Non voglio la tua sofferenza. Nella tua carne cerco la mia salvezza.