TEMPO

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 La macchia nera si allarga. Invade.Prendo tempo. L'avevo messo da parte.Lo spezzo con le dita e ne faccio palline.Come mollica morbida di pane il mio tempo.Poi lo lascio cadere. E cammino.Inciampo sui ciottoli,maledetti questi piedi disabituati al contatto diretto.Membrane sintetiche a dividerci. Ovunque.Non mi hai mai spogliato.Prendevi ago e filo e mi cucivi la pelle.Mi disegnavi il tuo mondo di dolore addosso.E diventava mio quel dolore.La prima volta furono spilli.Mi guardavi e li infilavi lentamente sotto le unghie.Paura e desiderio.La tua bocca è l'immagine del desiderio.Dentro la tua macchina respiravo il tuo odore,immobile e silenziosa, aspettavo una carezza.Un bacio.Mai. Troppo piccola dicevi.  Nel buio mi bloccavi con il coltello alla gola.