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Post n°35 pubblicato il 26 Novembre 2008 da maskiodgl8
Parabola di Antonio il magnifico: dal Rinascimento alla monnezza Antonio «Il magnifico» fece realizzare una scultura d'arte moderna in piazza del Plebiscito: la cosiddetta «Montagna di Sale». Oggi se passate da lì probabilmente troverete una montagna di spazzatura puzzolente. Che ci vuoi fare, è andata così: Antonio «Il magnifico» è diventato Antonio «il metifico». Parafrasando l'originale: del doman non v'è certezza, solo sacchi di mondezza. |
Alle grandi domande della filosofia forse converrebbe rispondere in breve. Almeno questa dovrebbe essere la scommessa. Non sempre è possibile,ovviamente,e certo le risposte non sarebbero definitive. Ma a ben vedere questo varrebbe anche per le sontuose trattazioni cui ci hanno abituati i pensatori di ogni tempo. Sarebbe opportuno perseguire un obiettivo assai più limitato, ma è altrettanto opportuno partire da questioni importanti, decisive e per dimostrare di fare sul serio partiamo da quella che tutti, prima o poi, finiamo per porci, resa celebre anche dal film dei Monty Pyton : Qual è il senso della vita? Per trovare una risposta a questa domanda << di senso >>,come si dice oggi in Italia, un uomo intraprende un lungo viaggio e fino all’Himalaya. Vuole incontrare un santone indiano che vive in isolamento in una grotta pressoché irraggiungibile. Esausto,ma fiducioso di trovare quello che cerca,finalmente giunge a destinazione. Il santone,ascoltata la domanda,fa una lunga pausa e quindi afferma : << La vita è una fontana >>. <<Che cosa vuol dire? >> replica l’uomo. <<Ho fatto a piedi migliaia di chilometri per sentire da te qualche parola di saggezza e te ne esci con quella illogica formula? È ridicolo! >>. Allora il saggio alza gli occhi nel buio del suo antro e dice : <<D’accordo. Allora non è una fontana>>. Ecco come si sgonfia una domanda piena di aspettative. È dunque questo lo scopo che dovremmo prefiggerci? Non esattamente. E comunque non solo. Per ogni questione che può essere smontata esistono mille altre possibilità per rimontarla, per riordinare le idee e far rivivere quella domanda in forme nuove e diverse. |
Può capitare a tutti di avere un vicino molesto o di prendersi l’ennesima multa da un ausiliario al traffico(ultima invenzione). Di fronte a questi e altri accidenti più o meno gravi ci sarà sentiti suggerire di << prenderla con filosofia >>. Se le cose vanno così,che ci possiamo fare? E’ inutile prendersela troppo. Tra i diversi usi(peraltro abbastanza rari)della parola << filosofia >> nel linguaggio comune,questo forse è quello che ha il significato più chiaro e universalmente comprensibile. Chi usa questa frase si rifà senza saperlo –e,quel che è peggio,non sapendo di non sapere- a un atteggiamento millenario ben noto ai filosofi. Esso riguarda l’immagine più diffusa del << saggio >> -da Platone alle varie forme di stoicismo che si sono susseguite fino a oggi- che è quella che lo descrive come colui che,di fronte alle alterne vicende della fortuna,resta comunque imperturbabile,perché agisce sempre e comunque secondo verità e giustizia. L’uomo giusto può idealmente raggiungere una dimensione che lo pone al riparo dai continui attacchi di quegli eventi fortuiti di cui è piena la vita. La vera felicità,il vero bene,vanno al di là di tali accidenti. E la Filosofia –così appare,in persona,al povero B… incarcerato ingiustamente- è sempre pronta a farci capire che non della perdita di ciò che è effimero e fugace dovremmo dolerci,ma di ciò che ha che fare con la vera sapienza : la quale ci pone su un piano più nobile ed elevato,al di là di tutte le ingiustizie e di tutte le disgrazie immeritate che la sorte può averci riservato. Ed è questo il modo in cui la Filosofia per millenni ha cercato di consolarci,un po’ come quando qualcuno ci dice di << prenderla con filosofia >>. Eppure c’è qualcosa che non va in tutto questo. Lo sanno bene i filosofi,per i quali quei vecchi ideali di saggezza sono diventati pure chimere. E lo sa il senso comune,che adotta l’espressione << prenderla con filosofia >> quasi sempre in modo ironico. E poi a voler essere stoici fino in fondo,si può fare la fine di Totò che in una dei suoi sketch più esilaranti viene preso a sberle da uno sconosciuto che l’ha scambiato per un tal Pasquale,ma non si ribella e ride a ogni schiaffo perché è curioso di << vedere ‘sto stupido fin dove vuole arrivare…tanto mica son Pasquale! >> |
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