SIAMOVIVI-SUD

CRISI


La prima è che tra il Centro-Nord e il Sud del Paese permane - e per alcuni aspetti si accentua - una situazione di forte squilibrio che conferma in tutta la sua gravità la 'questione meridionale': il 35% della popolazione italiana (21 milioni di persone) vive in condizioni di inferiorità - quanto a reddito, occupazione, servizi sociosanitari e dell'istruzione, dotazioni territoriali, trasporti, qualità dell'ambiente - rispetto alla restante popolazione che risiede nel Centro-Nord.Si tratta di una macroscopica questione di iniquità sociale che non dovrebbe esistere in un Paese civile.La seconda è che non si tratta di una questione 'locale', che riguarda solo una parte del territorio nazionale. Al contrario si tratta di una 'questione nazionale', la cui mancata soluzione impedirà all'Italia intera di tenere il passo con gli altri Paesi della Unione Europea, relegandola progressivamente ad un ruolo marginale. E' evidente, infatti, che la pur solida economia del Centro-Nord non riuscirà a progredire se il Mezzogiorno non parteciperà a questo processo, rimanendo in una condizione di sopravvivenza sostenuta da politiche di sostegno.La terza considerazione è che per uscire da questa empasse è necessario che la questione meridionale torni al centro delle politiche nazionali.