SIAMOVIVI-SUD

UNIVERSITA'


BRUNETTA E IL GOVERNO NON TOCCHINO IL VALORE LEGALE DEL TITOLO DI STUDIO L’Unione degli Universitari ritiene inaccettabile l’intenzione espressa dal Ministro Brunetta di abolire il valore legale del titolo di studi. In questo modo non si tutelerebbe più il riconoscimento del percorso formativo né la valutazione nei concorsi sulla base dei nostri studi, dal voto di laurea agli esami sostenuti, dal corso di laurea all’indirizzo scelto e si incentiverebbero invece meccanismi clientelari, a danno di coloro che non hanno le giuste raccomandazioni.   Altrettanto inaccettabile è il principio per cui il Ministro Gelmini arrivi a presentare al Consiglio dei Ministri un Disegno di Legge su governance, reclutamento della docenza e diritto allo studio, che influirà in maniera molto pesante sull’Università italiana, siamo infatti di fronte alla proposta dei più grandi cambiamenti a partire dall’introduzione dell’autonomia ad oggi, senza alcun confronto con le parti sociali.  L’incontro organizzato ieri con il Dott. Masia, Direttore Generale del Miur, e le organizzazioni sindacali universitarie che rappresentano docenti, ricercatori, dottorandi, studenti, personale tecnico amministrativo è stato del tutto inutile, oltre che tardivo, perché non è stato presentato alcun testo su cui basare la discussione. Allo stesso tempo i contenuti del DDL presentati in quell’incontro sono particolarmente allarmanti, in special modo per gli studenti. Si prevede infatti una gestione delle università che consegnerà tutto il potere decisionale al Rettore e ad un Consiglio d’Amministrazione che per la composizione prevista descrive un modello di Università più simile ad un’azienda che non ad un luogo di cultura, dedito alla ricerca. La possibilità per gli studenti di intervenire nelle decisioni che li riguardano in prima persona, già scarsa ora, diminuisce ancora. Si parla poi dell’ennesima riforma a costo zero, infatti è previsto che la riforma debba avvenire senza oneri per la finanza pubblica, contraddicendo fra l’altro le promesse fatte durante l’autunno dal Ministro Gelmini e dell’On. Aprea, presidente della Commissione Cultura della Camera, che garantivano che gli ingenti tagli contenuti nella L. 133/08 erano determinati dal fatto che attualmente nelle università ci fosse un grande spreco di denaro a causa della mala gestio e che si sarebbe provveduto a rifinanziare le università nel momento in cui si fosse risolto il problema della gestione. Infine siamo particolarmente preoccupati per l’intenzione di abolire in toto l’attuale legislazione in materia di diritto allo studio, consegnando carta bianca al Governo per la sua riscrittura attraverso lo strumento dei Decreti Legislativi, fra l’altro senza che nel Disegno di Legge siano descritti, se non in maniera vaga, i principi sui quali tali decreti dovrebbero basarsi. Ancora una volta questo Governo esautora il Parlamento dal suo compito, anche su una materia importante come la garanzia di offrire a tutti i giovani la possibilità di accedere agli studi. Anche quest’anno il Governo sceglie poi, come già fatto per l’approvazione della Legge 133/08, di intervenire in maniera importante in materia di università proprio nel momento in cui esse si stanno svuotando a causa della fine delle lezioni, forse per tutelarsi dalle prevedibili proteste degli studenti e del mondo accademico tutto di fronte a nuovi provvedimenti incondivisibili.