POESIA

L'ESTREMO ADDIO


MIA PERDUTA SPOSA…NELLA, DOLCE AMOR MIO,ANCHE STANOTTE TI HO INCONTRATA IN SOGNO, E, NUTRO IN COR VIVISSIMO, IL BISOGNO,DI AVERTI SEMPRE ACCANTO, TANTO MI MANCHI, AMOR, QUANTO TI AGOGNO!DIECI ANNI SON TRASCORSI, DA QUEL GIORNO,CHE UN DEMONE O, UNO SPIETATO DIO,RAPIR TI VOLLE, ALLOR, CHE IL SENNO, FOLLE,S’ILLUSE UN IMPOSSIBILE RITORNO.TAL FU NEFASTA, LA MALIGNA MORTE,CHE RATTA, SPENSE IL FIEVOLE TUO CERO,MA IL FATO MIO, NON FU DAMMEN SEVERO,E IN ME DISCESE, ANCOR PIU’, TETRA SORTE,CHE UCCISE L’ALMA, STRUSSE OGNI SPERANZA,E, AD OGNI AURORA OCCLUSE LE ATRE PORTE…PERCHE’ CULLARCI IN OGNI RIA BUGIA?DI NOI MORTALI, E’ QUESTA LA SOSTANZA,MISERA NELLA MIA!DOV’E’ LA TUA BELTA’? LA TUA ESULTANZA?OVE SVANITE SON, LE TUE CERTEZZE?LE ANSIE, IL TUO CALORE, IL TUO SORRISO,LA VOCE TUA, LE DOLCI TUE CAREZZE?CON TE E’ SEPOLTO IL FALSO PARADISO,E, OGNI ALTRA VILE E IPOCRITA MERCEDE...E, NEL TUO OSCURO AVELLO,OR GIACE LA MIA FEDE,CHE’ TROPPO GREVE E AMARO FU IL FARDELLO,ED ACRE L’ESISTENZA!A CHI RISERVI, IDDIO, LA TUA MITEZZA,E, LA BONTA’ INFINITA E, LA CLEMENZA?RIECHEGGIA ANCORA, DEL TUO FIGLIO CRISTO,SINISTRO, IL GRIDO, DENSO LIVORE,CHE TU, LASCIASTI ALL’AFRA EFFERATEZZA,DEL MISERANDO GIUDA,SU QUELLA TERRA CRUDA,OVE IL RANCORE, ANCOR SOLTANTO, ALBERGA,E, ABBANONATO, AL SUO DESTINO TRISTO,SPOGLIATO D’OGNI VESTE E D‘OGNI AMORE,OFFESO DALLA VERGA,INFISSO FU, CON CRUDELTA’ PENACE.MA L’UOMO, ANCORA, COME CURVO FIORE,PIU’ E’ INARIDITO E PIU’ RIPIEGA IL DORSO,PRONO ALLA PRECE E, ALL’ABULIA SOGGIACE,IMMEMORE, CHE UN SOLO SEGNO EMERGA.MA FORSE DIO, DALLA VERGOGNA MORSO,DA DUE MILLENNI, SENZA DARSI PACE,PER IL RIMORSO, PIANGE TREMA E TACE…E, NOI, D‘OGNI ESISTENZA, SPOGLI E SPENTI,VOLGIAMO VERSO IL REGNO DELL’OBLIO,NEL GELO, FRA LE TENEBRE SILENTI…TRATTO DALLA TERZA CANTICA (CANTO XXXIII) DELL'OPERA"LA TERRENA COMMEDIA"    DI GIUSEPPE SCANNELLA RESTUCCIA