Amicizia, Amore...

Mazagan Beach Resort


  
Un'ora di macchina dall'aeroporto di Casablanca, dove atterrano i voli diretti – e low cost – dall'Italia di Air Arabia, in una parte poco conosciuta del Marocco, tra porti fortificati, villaggi di pescatori e spiagge affacciate sull'Oceano incontriamo il Mazagan Beach Resort, un complesso immerso in una tenuta di 250 ettari, con un campo di golf a 18 buche - par 72-, disegnato dalla matita di Gary Player, lungo tre chilometri di costa.Ad accoglierci una grandiosa hall che si apre su salotti, bar e ristoranti – undici in tutto il resort – il casinò, che fa vivere la struttura giorno e notte, e la corte attorno alla piscina su cui si affacciano le 500 camere arredate in stile tradizionale contemporaneo; uno stile che caratterizza anche gli spazi della Mazagan Spa che alterna la luminosità delle cabine trattamento, che guardano sui giardini, tra palmeti e aranceti, fino alla sabbia e alle dune che scendono a mare, a quelli più intimi dell'hammam.A questi si accede coperte da un fine telo di lino, pronte a carpire tutti i segreti dell'oriente. E sembra una vera iniziazione che prende il via con un gommage con il sapone nero, seguita da un peeling con il guanto tipico marocchino, e ancora il massaggio con il prezioso olio d'argan mentre il corpo è steso sulla tavola di marmo caldo o, se si preferisce, all'interno di una delle cabine private; e infine riscaldato dai bagni di vapore con effluvi di eucalipto.Più classici gli altri trattamenti, in stile occidentale con i prodotti naturali della prestigiosa gamma EPSA, alcuni studiati appositamente per il Mazagan Beach Resort.Dopo i trattamenti si può oziare attorno alla piscina, passeggiare sulla spiaggia o cercare di abbassare il proprio handicap a golf. In tutti i casi non si può tornare a casa senza aver visitato la cittadina di El Jadida, un antico porto portoghese del XVI secolo inserito nel Patrimonio mondiale dell'Unesco, ben conservato con le antiche mura di difesa che circondano il dedalo di vie e l'antica cisterna dove Orson Welles nel 1952 girò una scena dell'Otello.