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La guerra italiana in Libia: ecco le prime cifre ufficiali


La missione della Nato si è appena conclusa e finalmente le forze armate italiane coinvolte nelle operazioni cominciano a diffondere qualche notizia ufficiale circa il ruolo militare nazionale nel conflitto. Dopo mesi di silenzio imbarazzato e totale imposto dal Ministero della Difesa alcune notizie sono emerse nelle ultime ore fornendo un quadro ancora incompleto ma certo più concreto e definito degli scarni comunicati settimanali che il ministero ha propinato in questi sette mesi. L’Aeronautica Militare “ha saputo agire con capacità, determinazione e tenacia, fornendo in silenzio e senza clamori il suo contributo essenziale per il successo dell’operazione” ha sottolineato il Capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare, Generale di Squadra Aerea Giuseppe Bernardis, in un messaggio nel quale ha ricordato anche che in sette mesi di operazioni, l’Aeronautica Militare ha effettuato circa 1.900 sortite, pari ad oltre 7.300 ore di volo, e ha messo a disposizione delle nazioni partecipanti sette basi aeree con il relativo supporto logistico.Nessun dettaglio sugli obiettivi colpiti o sul numero e sulla tipologia degli ordigni impegnati e del resto Bernardis non ha certo nascosto il difficile contesto nel quale l’Aeronautica ha dovuto operare sul fronte dell’informazione e detta trasparenza. “Nonostante non sia stato possibile fornire, per evitare ogni strumentalizzazione, un resoconto puntuale del nostro operato, possiamo senz’altro rivendicare ora con fermezza quanto da noi fatto”.Il 2 novembre anche la Marina ha reso noti un po’ di dettagli sulle attività effettuate in Libia. “Grande soddisfazione per l’operato di tutte le componenti della Marina” è stata manifestata dal capo di Stato maggiore, l’ammiraglio Bruno Branciforte che, a bordo della portaerei Garibaldi, ha incontrato gli equipaggi che hanno partecipato all’operazione.La Marina ha operato dal 23 marzo al 31 ottobre in 231 giorni di missione, con forze aero-navali messe a disposizione della Nato che “hanno portato a termine i compiti assegnati per l’imposizione della no-fly zone e dell’embargo navale”. La scheda diffusa dalla Marina riferisce dell’impiego di 3.500 uomini e donne d’equipaggio, 16 unità navali inclusi due sottomarini dei quali non si era mai parlato e quindi probabilmente impiegati per attività segrete sotto le coste libiche e lo sbarco di incursori.Ben 49 le navi alleate che hanno operato sotto il comando della flotta della Nato a guida italiana che “anno compiuto 3.100 interrogazioni, 300 abbordaggi e negato l’accesso a porti libici a 11 navi sospette”come ha detto a bordo della nave d’assalto anfibio Nave San Giusto l’ammiraglio Rinaldo Vieri alla testa della flotta alleata. I velivoli imbarcati sono stati impegnati con 3.311 ore di volo per gli elicotteri e 1.223 ore per i cacciabombardieri Harrier imbarcati sulla portaerei Garibaldi. La Marina aveva diffuso dati più approfonditi sull’impiego dei jet da attacco Harrier il 27 ottobre a Grottaglie, in occasione del 20 anni dalla costituzione del Gruppo aerei imbarcati (Grupaer).Anche in quel caso, i numeri dell’impegno bellico sono stati affidati a un depliant distribuito agli ospiti e alla stampa che riportava come tra il 18 marzo e il 19 luglio ”velivoli del l Grupaer hanno effettuato 273 missioni operative, ripartite in 12 missioni di difesa aerea, 176 di ricognizione e sorveglianza, e 85 di attacco al suolo, per un totale di 560 sortite, totalizzando più di 1.200 ore di volo”. In quel periodo, gli Harrier hanno assicurato “il 33% delle sortite complessivamente effettuate da tutte le componenti aerotattiche nazionali in tutte le tipologie di impiego, e il 53% di quelle di attacco al suolo”Accorpando i dati emerge che i jet italiani hanno effettuato quasi 2.500 sortite per oltre 8.500 ore di volo (a cui aggiungere le 3.311 degli elicotteri), un contributo pari a circa il 10 per cento dello sforzo aereo alleato e inferiore solo a quello sostenuto da britannici, francesi e statunitensi. Nessuna fonte ufficiale fornisce dati su obiettivi colpiti e bombe o missili lanciati sui bersagli che fonti ben informate indicano in oltre 500 obiettivi colpiti con quasi 800 bombe e missili. 
Un jet italiano pronto al decollo durante la guerra in Libia