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SICUREZZA E PRIVACY A Los Angeles i controlli in aeroporto mettono troppo a nudo i passeggeriIl "Whole Body Imaging Technology" solleva problemi di privacy dovuti all'alta risoluzione delle immaginiIn nome della sicurezza nazionale, l'International Airport di Los Angeles si attrezza con speciali scanner in grado di «perquisire» da testa a piedi i passeggeri in modo molto più approfondito rispetto a quanto è possibile fare con i normali sistemi di controllo. Peccato però che tanta perizia vada a scapito della privacy dei viaggiatori, che si vedono praticamente messi a nudo dalla sofisticata tecnologia in questione. LO SGUARDO SOTTO I VESTITI – Il sistema di screening, battezzato "Whole Body Imaging Technology", scansiona infatti il corpo della persona e ne traduce le forme in un'immagine digitale tridimensionale – come fosse nudo, appunto – che viene visualizzata su un monitor per essere quindi osservata e analizzata, alla ricerca di armi e altri oggetti proibiti. Nulla sfugge alle onde radio dello scanner, nemmeno il minimo particolare, anche fisico.TROPPO INVASIVO? – In poche parole, il dispositivo spoglia i corpi e ne offre i segreti allo sguardo degli addetti alla sicurezza. E secondo i difensori della privacy e dei diritti civili è un sistema di controllo troppo invasivo, anche se il sistema prevede la possibilità di oscurare il volto dei soggetti, in modo che le immagini – qualora stampate, salvate o copiate e magari illecitamente riversate online – non consentano di risalire all'identità delle persone. «Non credo che la gente sia realmente consapevole di quanto accurata e dettagliata è l'immagine del loro corpo nudo che appare in video», dice Peter Bibring dell'American Civil Liberties Union di Los Angeles, preoccupandosi di tutelare i diritti degli ignari viaggiatori, siano essi anonimi cittadini o personaggi famosi. Ma alla Transportation Security Administration (Tsa) federale questa tecnologia piace e ha già programmato di acquistare altri 30 scanner indiscreti (al costo di circa 150 mila dollari l'uno) da posizionare in altri aeroporti. Alessandra Carboni