27 settembre 2008 Bruno
Vespa, sei la foglia di fico che copre la vergogna del monopolio
ideologico televisivo, in più mi hai rovinato una cena e un dopocena.
L’altra sera mangiavo il bollito alla Corale Verdi con il mio amico
Luca Sommi, lo conosci anche tu, ti ha accompagnato a visitare la
mostra del Correggio, e gli dicevo che i nemici di Dio, della patria e
della famiglia hanno occupato l’etere per intero: Annunziata Augias
Bignardi Fazio Floris Gruber Mentana Santoro, e Victoria Cabello Ilaria
D’Amico Camila Raznovich, e Piero Angela e Mario Tozzi, e Crozza e
Littizzetto? Intingendo nella salsa verde mi ha risposto: “Ma voi avete
Bruno Vespa!”. Mi è andato il cotechino di traverso. Io non voglio che
tu mi venga addebitato, Bruno, no e poi no, tu sei un vecchio
democristiano nichilista, sei l’unico abruzzese con cui non mangerei
gli arrosticini, la tua religione è il cinismo giornalistico-romano.
L’altra sera il lambrusco era cattivo, perfino più cattivo di tanti
vini che consigli tu, e nemmeno la lingua con la mostarda è riuscita a
confortarmi. Ho provato a dimenticarti col nocino, tutta notte con
l’acidità di stomaco.
di Camillo Langone - Il Foglio