Sulla
Sindone è raffigurato un uomo. Il suo sangue è rosso, come quello di
tutti. Il suo sangue è del gruppo AB, come quello di molti. Il suo
sangue è uscito da un corpo ancora vivo, tranne quello sgorgato dal suo
cuore, squarciato da una lama quando lui era già morto. Il suo cuore
batteva come il nostro. Il suo cuore si è fermato per il troppo dolore.
Il suo cuore era un cuore di carne. C'è che sostiene che quello sia il
cuore di Dio: il cuore dell'Incarnazione. Il cuore nato nel grembo di
Maria. E
se fosse vero? Se potessimo davvero contemplare nella Sindone il sangue
di Dio? L'immagine del suo corpo, per quanto straordinaria e
meravigliosa, rimane un'immagine, ma il sangue è proprio lì, sul telo:
sangue umano che potrebbe essere sangue divino. Il sangue della
Passione e della Morte di Gesù. Lo stesso sangue dell'Eucaristia,
diversa specie ma stessa sostanza, versato per noi "in remissione dei
peccati". Il sangue dell'Alleanza nuova ed eterna, il sangue dell'amore
di Dio, il sangue custode del cuore di Dio. "Vi
darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò
dalla vostra carne il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne.
Porrò il mio Spirito dentro di voi" (Ez 36,26-27). L'ha promesso e l'ha
fatto: ecco il nostro "cuore nuovo": il cuore redento dall'amore, il
cuore che davanti ad un'immagine sbiadita ama e piange, patisce e
compatisce; ecco il cuore commosso davanti alla sofferenza; ecco il
cuore che "ben conosce il patire" dell' "uomo dei dolori"; ecco il
cuore colmo di gratitudine perché sa che "dalle sue piaghe siamo stati
guariti". Ecco il cuore sapiente che non vede un criminale crocifisso,
ma la maestà di un Dio risorto. Ed è anche un cuore prudente, come
quello della Chiesa, che vede nella Sindone una mirabile
rappresentazione della Passione, della Morte e della Risurrezione di
Cristo ma lascia alla scienza il compito di sviscerarne i segreti e
valutarne l'autenticità. La
Sindone, icona della Passione di Cristo e della sofferenza di ogni uomo
è, in questi giorni, ospitata nella nella mia parrocchia. Non si tratta
ovviamente dell'originale, ma di una copia a grandezza naturale, pezzo
forte di una mostra sul misterioso lenzuolo che la tradizione vuole
abbia avvolto il corpo di Gesù nel sepolcro. Accompagna la mostra, con
una serie di conferenze, il Professor
Bruno Barberis, Direttore del
Centro Internazionale di Sindonologia di Torino e esperto di fama mondiale. Che
questi giorni ci aiutino a riscoprire il cuore nuovo che ci è stato
donato dall'amore di Dio: quell'immagine ci insegni di nuovo ad amare,
a confortare, a meditare sulla sofferenza umana e sul suo potere di
redenzione, imparando così ad abbracciarla, in noi e negli altri. Maturin Grazie a
Ambricourt