CO.SA.PUBBLICA

CINQUANTOTTESIMA DENUNCIA


Dovremo essere i nuovi Partigiani!   Ho preso spunto da un post nel 3d di Vendola e ne ho sviluppato un testo che spedirò alle mie mail list:
Dovremo essere Partigiani Il problema è la de-culturizzazione della società. Ormai abbiamo perso alcune generazioni in questo tema, ma non tutto è perso. A partire dal riflusso fine ‘70, la società capitalista (in Italia coaudivata in modo devastante dalle Tv commerciali che ne hanno amplicato i danni ) si è involuta in un materialismo edonistico drammaticamente osceno. La de-culturizzazione, che è anche dis-informazione, sarà a breve tale, che chi non conosce, ignora, e quindi è ignorante, non saprà più di esserlo perchè prevedo che sarà lo standard generale, normale, della nuova società: una sorta di NeoMedio Evo. Una media culturale molto inferiore, progressivamente scemante. Questo sarà il problema. Un nuovo Oscurantismo, ben oliato dalla informazione pilotata. Dovremo essere Partigiani del nuovo sistema portatori d’informazione, o contro-informazione finchè si potrà (la vedo dura) e cultura attraverso la diffusione ostinata dei nostri contenuti e di quelli altrui. Partigiani la cui conoscenza deve essere diffusione di notizie sotto ogni forma, cultura per tenere vivo il patrimonio della sinistra che a breve, non essendo più presente in Parlamento e quindi nei media, sarà presto ignorata dai più giovani, quel patrimonio che noi RadicalSocialisti intelligentemente abbiamo già provveduto ad archiviare nelle nostre biografie di uomini e donne che hanno fatto la storia del pensiero progressista e che noi abbiamo scelto come patrimonio genetico per sviluppare una nuova idea da "regalare" alla sinistra: da Marx a Gobetti, da Gramsci a Rosa Luxemburg, da Pertini a Berlinguer, da Cavallotti a Ghandi, passando da Che Guevara al nostro Mario Capanna, dal pacifismo di Capitini, Russel Luter King, dal socialismo libertario di Lelio Basso e Rosselli, al Socialismo tout court di Lombardi fino alla contemporanea esperienza di josè Louis zapatero, che ci entusiasma certamente di più dell’esperienza di Balir. Il destino della sinistra? Verità? Dopo questo congresso, che non ha partorito novità per la gente, ma solo scambi di potere, fazionsimo poco interessante, dove si è parlato molto di progetti partitici e poco di nuovi modi di interfacciarsi con l'elettorato migrato in altri lidi, sono pronto ad una debàcle finale. All'estinzione. I segnali interessanti forse ci diranno che ci sono stati. Ci diranno chennò, s'è parlato di problemi, di temi, di rilanci. La gente non li ha colti. Non è passata quella nuova scossa che avrebbe dovuto avvolgerci, quel carisma nuovo che ci avrebbe spinto a rimboccarci le maniche. Tutti parlano di vincitori, perdenti, fazioni, oligarchie. La gente ha bisogno esattamete di altro. E lo va cercare in lidi sbagliati dove trova risposte semplici, populiste, demagogiche, patinate, affascinanti nella loro stupidità, da distributori indecenti, di uomini improponibili, ma proprio per questo più affascinati di una erre moscia snob o di una tiritera falcemartellata. Spero: Spero sempre in una scossa che possa scatenare vita dal brodo primordiale sempre più stagnante. Sono fiducioso. Ma non mi chiedete perchè. FABIO