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Biografia ...a cura di Vittorio Del Piano


 (2).    Continua... "MENDINI..."   Biografia per immagini a cura diVittorio DEL PIANO   In ultima sintesi, dell’artista (o dell’artigiano) spesso si valuta l’opera, mentre l’apprezzamento con l’abilità tecnica più è “semplice” e maggiormente rimane invisibile l’atto creativo agli insensibili.Il Nostro atipico architetto-artista è anche originalissimo nel disegno, ne ha fatto una scrittura pura semplice e poetica evocante un’antica felicità geniale, dalla quale si scavano pensieri puri – ci riporta ai nostri ricordi dell’infanzia –, annotazioni, schizzi non marginali (in)dipendenti dall’immagine disegnata e colorata nella pagina e – per andare nella Città – diverrà oggetto estetico (d’architettura, d’arredo e di design – piccole sculture. Quante di queste carte, fogli di piccoli schizzi mitici, magici tracciati esprimenti un bel gioco: progetti-idee purissime e magicamente daranno vita allo spazio interpretato poeticamente per quella comunica/azione cosmica tra uomo-terra-mare e cielo dichiarata dal nostro amico Pierre Restany (*) che sono stati tenuti ordinati dalla valente assistente Beatrice nei cassetti dell’Atelier di Alessandro Mendini”, potrebbero costituire il Gabinetto delle stampe – o dei disegni – di quel “Museo del design” di Torino, o di quello pensato molto prima da Gillo Dorfles, anch’egli artista, studioso, scrittore, – architetto con laurea ad honorem del Politecnico di Milano – acuto critico d’arte, pittore astrattista, e Laurea honoris causa in design dalla Università di Città del Messico.Esporrei su di una parete interna del “Museo” accanto ad una serie di questi fogli una pagina con una  lirica di Salvatore Quasimodo i cui versi riscritti con la calligrafia pura di Alessandro Mendini, e proietterei la pagina sulla facciata di una sua architettura nella città combinata con la trasmissione dell’immagine con dei tabelloni a “led” del testo posti nella città e nel “Museo” da denominare «Museo delle nuove Utopie» (5).Le utopie artistiche del mondo contemporaneo moderno – mi diceva Pierre Restany in varie occasioni durante le nostre conversazioni - a proposito dei disegni, fotografie, sculture, oggetti di design, dipinti, collages, illustrano l’evoluzione del pensiero utopico nella pratica di movimenti artistici moderni e contemporanei, partendo dall’Ottocento giungendo sino al Bauhaus. In tal senso - mi faceva notare Restany - vanno registrate le opere del Prerafaellita inglese Eduard      Burne-Jones, i Costruttivisti russi  El Lisisitzky e Alexander Rodcechenko; l’architetto e designer olandese Gerrit Rietveld del movimento  De Stijl, il designer scrittore iglese William Morris - uno dei fondatori del movimento internazionale dell’Arts an Crafts - e del Bauhaus Vasilij Kandinskij e Joseph Albers. Il solito carissimo amico (esperto d'arte internazionale) e critico francese Pierre Restany mi faceva notare come dietro le idee e le opere dei veri artisti (anche il nostro caro amico “martinese” Guido Le Noci lo sosteneva ad ogni pie’ sospinto),  c’è sempre una rete di amicizie forti  –  di grandi passioni – tanti sogni. Nell'/“opera” del nostro atipico architetto la prima protagonista è la fantasia, quella stessa fantasia e utopia pura che ha sempre avuto con questa idea estetica-umanistica che lo porta a fare anche design di contenuto nel dibattito tra struttura e decoro (arte applicata totale e pura), è stata l'invenzione di Mendini e cosa dire degli oggetti estetici inutili: non è curioso tutto questo?(BOZZA  non  corretta)Taranto 12 dicembre 2010. Vittorio Del Piano