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La Cttà tra arte memoria...


LA CITTA' TRA ARCHITETTURA E ARTE IN << TRA(S)FORMAZIONE >>--Il Processo di trasformazione della città non si vede mai. Nell’aprire un mio cataloogo di foto ho provato sorpresa e un po’ di vergogna per il fatto di non conoscere, o almeno non ricordare, queste fotografie, scattate da un autore (il sottoscrito diciassettenne appena), e immagino ancora molto coinvolto nei suoi studi di pittura, cinema, storia dell'arte e disegno e fotografia... Nelle foto ci sono davvero un sacco di cose (Roland Barthes insegna): il senso tragico e "di rovina” che ancora permeava le città che avevano subito bombardamenti pesanti durante la seconda guerra mondiale (per es.: Napoli, Taranto, Roma, Blogna...), la disinvoltura con la quale gli abitanti più giovani si muovevano con indifferenza tra quelle rovine, calamitati verso un futuro che speravano diverso; la forza delle infrastrutture, discrete nella vecchia versione "rotaia del tram”, per la quale si abbassa il punto di vista quasi a terra, e ben più invasive e arroganti, oscuranti, nel caso delle nuove costruzioni di strade con carreggiate strette. I piccoli abitanti romani di Centocelle, Cinecittà o di Piazza Casrtello - dopo il Ponte Girevole di Taranto, trasformano con indifferenza in spazio da gioco le rovine di un quartiere, la serranda di un negozio chiuso alla stazione vicino Porta Napoli (TA), un marciapiede o una piazzetta con buche e un rudere nel quartiere "Croce" vicino Villa Troilo. Sanno essere "invisibili" e coconscono che ogni angolo di "spazio urbano", ha un uso alternativo che loro sanno individuare e sfruttano fino in fondo a fiini "ludico-sociali”. Già sulla soglia tra: disegno (v. il disegno delle tav. del maestro Cav. Piranesi, e' fatto di gusto e d'arte eccelsa e pura...), le vedute di architettura e della pittura di cavalletto. La fotografia, con il "terzo occhio" individua il carattere di una città colta "alla sprovvista”, nell’atto di passare dalla prima alla seconda metà del Secolo e all'inizio di quello del Terzo Miillennio – e quindi da una cultura urbana a un’altra – ed ecco che forse, a oltre cinquant'anni di distanza, siamo allo stesso bivio. Mi chiedo: come passare da una cultura urbana ad un'altra? Sarà questo il caso? E' una sorta di campo di una nuova sperimentazione, dove la Città antica si confonde con l'Avanguardia del Novecento, " leggendo"... oggi con lo << sguardo post ILVA 2012 >> . E con la lente verso una "proposta culturale" non come divertissment per turisti senza un museo archelogico adeguato...privo dellla bellezza originale dellai Persefone Gaia esiliata a Berlino... con la nostra Città intrisa delle questioni di vita e di lavoro verso il domani di avanguardia industriale e architettura dei problemi del proprio tempo. E' affannata "Alla ricerca del tempo critico..." – o altro – non affatto compreso da certi intellettuali nostrani "addormentatii" con la canna in mano, a pesca di qualche idea, sotto il Ponte di Pietra (nei pressi della Piazza Fontana con i "Mduli Costruttiivi" sovradimensionati per quella "Piazza..." violentemente stuprata dall'autore "N. C."che, ha anteposto l'egoismo narcisistico funzionalle proprio solo a se stesso e non al buon gusto, all'arte, al design di alto valore estetico... – e alla Città – .