IL CRISPANESE

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(Al Parroco) Il pulviscolo d’Amore non credeva a quello che vedeva, ma era la realtà. Da solo non avrebbe mai potuto farcela con i coibentatori dell’anima in particolare il Vasolo.Satiricù essendo il concentrato della consapevolezza Crispanese, era devastante per l’anima avvelenata dei Coibentatori. Il pulviscolo d’Amore era orgoglioso dopo tanta fatica e altrettanto dolore, di avergli messo a disposizione il proprio corpo e la mente, che usava magicamente.Il Vasolo dopo la metamorfosi, camminava al fianco di Satiricù facendo ordine e mettendo in fila i Crispanesi che volevano toccarlo accarezzare il Gattotigre o semplicemente guardarlo negli occhi. Intanto i Coibentatori dell’Anima, che si erano concentrati sul sagrato della chiesa dove si stava preparando una delle processioni giornaliere, intimiditi da quello che era successo al Vasolo, sparsero la voce che in piazza c’era qualcuno che stava mettendo in atto delle magiche diavolerie, quindi decisero di mandare il Parroco ad esorcizzare e fermare quell’individuo. I colombi Crispanesi che volavano sopra la chiesa, si affrettarono a portare la notizia al pulviscolo d’Amore, che, svolazzando sul corso che sembrava un piccolo canyon, si andò a piazzare sopra la tabella del tabaccaio per godersi lo spettacolo. Da sinistra arrivava la controprocessione improvvisata, che dalla piazza scendeva per Via Lutrario verso la chiesa. Satiricù e il Vasolo liberato, in testa, seguiti dai Crispanesi e le loro anime che liberate dal veleno si trasformavano  in fiori e farfalle unendosi a loro.Da destra, intravide la processione che dalla chiesa veniva verso la piazza, con il prete in testa, seguito da un gruppetto di bigotti spinti dal Politicante e dal Mericano. Sullo sfondo all’altezza del giardinetto si vedeva il giglio ballare.Come in un duello da film western si fermano ad una decina di metri di distanza, le loro pistole sono gli occhi. Il Parroco li aveva puntati a terra. Satiricù li aveva puntati su di lui aspettando che alzasse la testa. Appena lo fece il Parroco ebbe un sussulto dal di dentro e i Crispanesi presenti ambedue le parti, rividero di nuovo quello che vedeva Satiricù.Il serpente della libido si vedeva chiaramente attraverso il corpo del Parroco che intanto si era denudato.La coda gli usciva dall’ano una decina di centimetri, proseguendo attraverso l’intestino, l’animale interamente composto di veleno gli attraversava lo stomaco e l’esofago arrivando a ficcarsi perfettamente con la testa nella gola.Non voleva uscire, costringeva il corpo a torcersi per terra come una treccia di mozzarella, dato il colore della pelle. Satiricù mise per terra il Gattotigre, si avvicinò porgendogli una mano sulla fronte e una dietro la nuca stringendo come una noce di cocco in una morsa per il ferro.Quella pressione costrinse il serpente a farsi vomitare.Man mano che veniva fuori liberando il corpo di quell’uomo il Gattotigre se lo ingoiò come uno spaghetto per tutti i suoi cinquantaquattro metri.L’uomo liberatosi di tutta quella schifezza, nudo com’era si avvicinò ad una ragazza nella processione dei bigotti.La ragazza, ancora con le lacrime agli occhi per la contentezza, poichè anche lei aveva vomitato una vipera prontamente ingoiata dal Gattotigre, lo abbracciò amorevolmente.     Insieme attraversando la controprocessione, tra i fiori e le farfalle si andarono ad appartare nel vecchio cinema. Ci rimasero diversi giorni passando il tempo a fare l’amore, seguendo il loro naturale istinto di conservazione, aprivano leggermente la serranda solo quando qualcuno gli portava qualcosa da mangiare e bere.Tutti, pensavano che fosse finita, d’un tratto si sentì un rumore sinistro un miscuglio tra una palla matta che sbatte istericamente e un ammalato terminale che cerca di vomitare con tutte le sue forze per liberarsi di qualcosa di schifoso ma non ci riesce. Era Francischiello Katacù. Lui e i responsabili del KateKumenio sono la cosa peggiore che poteva incontrare un buon popolo, come i Crispanesi. Mentre si sbatteva in quella maniera, abitato da un essere che la mia fantasia non riesce a descrivere ma voi provate a immaginare la cosa più abominevole e schifosa che la vostra fantasia riesce a immaginare, quello era.Il pulviscolo d’amore mosso a pietà alzò una saittella e fece in modo che Francischiello Katacù e la sua mentalità discendesse nelle fogne, in ogni caso, pensando che una volta arrivato al mare discenda nelle sue profondità purificandosi e preparandosi alla nuova vita.     Satiricù, continuava ad andare avanti, affiancato dal Vasolo che faceva ordine, mettendo in fila i Crispanesi che volevano accarezzare il Gattotigre, e toccare o guardare negli occhi Satiricù per risvegliarsi l’anima. Da "Il Crispanese"(racconto fantastico)