tracce di me

mio Dio affido a te quest´anima...


Non ce l'ha fatta. Impossibile sopravvivere alle gravissime lesioni subite in quell'assurdo e tragico incidente. Ivan Cesarini Sforza, 32 anni di Marco, ha smesso di essere il fulcro pulsante di una comunità che da qualche anno l'aveva adottato. Il suo fisico ci ha provato, come ci hanno provato il rianimatore dell'elisoccorso prima e i medici dell'ospedale Santa Chiara dopo. Ieri pomeriggio se n'è andato, per sempre. Troppo violento l'impatto con l'asfalto e con il cofano della Renault Espace che, incolpevolmente, se l'è trovato sotto. L'annuncio della scomparsa, ieri, ci ha messo un attimo a fare il giro del paese. Ma anche di Rovereto, dove abitano i genitori. Però era Marco il centro della vita di Ivan. Qui ha trovato l'amore, qui ha trovato una nuova compagnia di amici e qui ha trovato il modo per esprimere la sua sconfinata generosità. In via San Romedio ha costruito il suo nido. Assieme a Viviana Setti, una moglie ma anche un'amica e soprattutto un'insostituibile compagna di vita. Con Vivi ha messo al mondo tre angioletti: Giulia, la primogenita che ha 7 anni, e poi Emanuele, il maschietto di 5 anni, e infine Anna, 2 anni appena. Era questa piccola squadra di calcetto la sua forza, la sua linfa vitale. Oltre al lavoro e alla casa, però, riusciva a trovare il tempo anche per dare una mano ai vari gruppi che da sempre animano la borgata di Marco. Soprattutto il Comitato San Nicolò, del quale oltre ad essere animatore era instancabile cuoco. Perché gli piaceva cucinare, forse una professione mancata questa. Non a caso anche il gruppo del carnevale guidato da un paio d'anni da Alvaro Vaccari gli aveva chiesto una mano. E lui, come sempre, non si era tirato indietro. Una dote, questa, che sottolineano tutti, dai parenti agli amici, dai colleghi di lavoro ai compagni del circolo operaio di Marco, ambiente che frequentava volentieri e per il quale si faceva in quattro per sostenere l'aspetto gastronomico. Poi c'era quell'altra passionaccia, per certi versi qualcosa di elitario ma in realtà un vero e proprio omaggio ad un mito tutto italiano, la Vespa. Era socio del «Vespa Club» di Rovereto. «E non perdeva un motoraduno in giro per l'Italia», ricorda Thomas. I raduni della motoretta più famosa del mondo erano anche l'occasione per fare nuove amicizie, per scambiarsi opinioni su quel folletto a due ruote che ha fatto innamorare milioni di centauri in tutto il pianeta. Da pochi mesi, dallo scorso ottobre, Ivan Cesarini Sforza lavorava alla «Voltolini Rottami» di via Pineta, in quella parte di zona industriale appena al di qua del «tombone», il sottopasso ferroviario che dal «Millennium Center» porta a Mori Stazione. Prima era dipendente alla «Vervit», fabbrica di colle speciali industriali nella vicina via Fornaci. Era magazziniere, soprattutto, ma dove c'era bisogno sapeva farsi valere. Poi, appunto, il passaggio alla «Voltolini Rottami». «È una perdita enorme, umana ovviamente prima che professionale». Il titolare Massimo Voltolini lo ricorda davvero come una grande persona oltre che come un prezioso collaboratore. «Era davvero contento negli ultimi giorni. Perché aveva appena conseguito la patente C. Proprio lunedì aveva passato brillantemente l'esame di guida per diventare camionista e dal primo luglio avrebbe lasciato i nostri furgoni per mettersi al volante dei camion». Voltolini, però, va oltre. «Siamo una ditta piccola, con solo nove dipendenti. Per questo quando non c'era da portare in giro merce Ivan si rendeva disponibile per qualsiasi altra mansione. E in tutte riusciva perfettamente. Era disponibile, capace di fare tutto, qualsiasi lavoro. Mai avuto un dipendente così versatile e con così tanta voglia di lavorare». L'assenza di Ivan peserà su tanti. Sulla famiglia della moglie, soprattutto. Il suocero Walter Setti, la suocera, i tre cognati... erano tutti molto uniti. Per tutti era davvero uno di casa. Anche per Luca Oss, suo grande amico. «Di Ivan possono dire che si è sempre dato da fare per la comunità. Alle feste paesane c'era sempre e per dare una mano. Era disponibile e metteva il massimo impegno anche nelle cose più piccole. Era un grande, davvero, capace di condividere l'impegno sociale e il dovere del buon genitore e del buon marito. Non ho mai conosciuto una persona così, così buona, così allegra e così completa, a 360 gradi insomma. I figli sono piccoli ma purtroppo dopo tragedie come questa bisogna farsene una ragione e pensare ai bambini e alla gente che ha lasciato. C'è un grande vuoto, ma bisogna andare avanti. Per fortuna che faceva parte di una famiglia molto unita che saprà sicuramente dare una mano a Viviana. Però è una grave perdita». N. G.Venerdi, 20 giugno 2008Carissima Viviana, chi ti scrive e´ una ragazza di 24 anni, madre di un bambino di sei. Mercoledi mattina ho avuto la tragica occasione di passare davanti al luogo dell´incidente proprio pochi minuti dopo che questo era avvenuto. Ho provato un immenso dolore davanti a quella scena… e con tutte le mie forze… in preda ad un pianto incontenibile ho pregato quel Dio che solo da alcuni mesi ho ritrovato. Di li a poco mi aspettava un esame universitario piuttosto duro ma io ero totalmente sconvolta da cio´che i miei occhi avevano appena visto. Ho pregato Dio perche´ desse a quello sconosciuto (che poi ho scoperto chiamarsi Ivan) la possibilita´ di continuare a vivere… e ancor di piu l´ho supplicato quando ho scoperto della tua esistenza e delle vostre tre piccole creature.Ho confidato in Dio, l´ho supplicato ho mobilitato uomini di chiesa perche´insieme alla mia e alla vostra fosse innalzata a Dio quanta piu forza della Fede.Io ho imparato a dire… sia fatta la Sua volonta´… capisco che e´ inizialmente molto difficile (ho perso mio padre 7 mesi fa e in generale conosco molto bene il dolore della perdita)… ma quando il dolore si fara´ insopportabile te ne prego affidati a Lui… Lui ti liberera´ e ti accompagnera´nella crescita dei tuoi figli… non sei sola.I disegni di Dio sono per noi incomprensibili… ma sono giusti… di una giustizia che a volte a noi sembra disumana… ma e´cosi..Scusa se mi sono permessa di entrare nella tua vita in questo momento cosi delicato… anche per me stamattina apprendere il tragico epilogo e´stato molto duro.. ma la certezza che ora tuo marito sia nelle sue braccia… mi da speranza.Ti abbraccio in Cristo… Cristina