“Che problema c'è? Nessun problema. Voi nonci credete, io non vi risorgo. Non esisto nemmeno, per voi. Facciamoche sono un pezzo di legno”. “Quindi?” “Quindi cos'è questa storia chemi denunciate a Strasburgo? Cosa posso aver fatto, se sono un pezzo dilegno?” ... Io un crocefisso l'ho già tolto. Due settimane fa,nell'intervallo. Stavo dando un'occhiata ai traffici loschi in zonadistributore di merendine, quando vengono in due a dirmi che in Secondaè caduto Gesù. Mi reco immediatamente sul luogo del misfatto einterrogo i testimoni oculari. Chi è stato? Silenzio. Proiettili,elastici, palline di carta? Negano tutti, del resto non mi parel'abbiano mai considerato un bersaglio; hanno una certa soggezione.Forse una vibrazione del pavimento, qualcuno che saltella o che va asbattere contro la parete, una porta chiusa di scatto: sia come sia,sembra caduto da solo. Ne traggo auspici non buoni. Ma in quantoinsegnante ostento razionalità e pragmatismo. Do un'occhiata al Cristoin questione: è caduto per l'ultima volta. Frattura completa del polsosinistro, il destro era già partito mesi fa. O anni fa. Anche ilchiodino sotto i piedi è sparito da molto. A questo punto mi spiace, mafinché qualcuno (chi?) non stanzia nuovi fondi, il crocefisso se neresta nel cassetto in fondo. Oggi l'ho rivisto in corridoio, però agrandezza naturale. Sanguinava copioso. Subito ho pensato a una rissain IIC, poi mi sono accorto della corona di spine e della croce cheportava in spalla, quindi, insomma, era Lui. “Domine, quo vadis?” “Enon parlare latino, che tu sappia io ho mai saputo il latino?” “No, cheio sappia no”. “Mi dà anche un po' ai nervi”. “In effetti ècomprensibile. Ma insomma, Signore, dove vai?” “Dove vado, dove vuoiche vada. A farmi crocifiggere un'altra volta, vado”. “Ma no, dai,Maestro...” “...visto che la prima non è bastata”. “Non te la prendere,ti prego. A scuola succede, le cose cadono, si rompono... ho dovutometterti nel cassetto, ma ti giuro che...” “Ma non ce l'ho con te, cosac'entri te. Sei anche tu un povero cristo”. “Grazie, Maestro”. “Ce l'hocon i farisei, per prima cosa”. “Aaah, i farisei”. “Hai capito, no?”“Beh, magari un aiutino...” “Quelli che mi hanno preso per un simbolodella cultura, della tradizione. Una bandierina, praticamente. Aho', mastiamo a scherzare?” “Però anche la tradizione ha la sua importanza...”“Cioè secondo voi io mi sono fatto inchiodare mani e piedi perrappresentare una tradizione? Cioè, siamo a questo? Babbo Natale, laBefana e Cristo in Croce? Magari vi aspettate che vi porti anche iregali?” “Ma no, non dico questo, però...” “Però niente. Li vedi questichiodi qua? Li vedi?” “Ehm, sì”. “Sono
Se il "crocifisso" potesse parlare!!!!
“Che problema c'è? Nessun problema. Voi nonci credete, io non vi risorgo. Non esisto nemmeno, per voi. Facciamoche sono un pezzo di legno”. “Quindi?” “Quindi cos'è questa storia chemi denunciate a Strasburgo? Cosa posso aver fatto, se sono un pezzo dilegno?” ... Io un crocefisso l'ho già tolto. Due settimane fa,nell'intervallo. Stavo dando un'occhiata ai traffici loschi in zonadistributore di merendine, quando vengono in due a dirmi che in Secondaè caduto Gesù. Mi reco immediatamente sul luogo del misfatto einterrogo i testimoni oculari. Chi è stato? Silenzio. Proiettili,elastici, palline di carta? Negano tutti, del resto non mi parel'abbiano mai considerato un bersaglio; hanno una certa soggezione.Forse una vibrazione del pavimento, qualcuno che saltella o che va asbattere contro la parete, una porta chiusa di scatto: sia come sia,sembra caduto da solo. Ne traggo auspici non buoni. Ma in quantoinsegnante ostento razionalità e pragmatismo. Do un'occhiata al Cristoin questione: è caduto per l'ultima volta. Frattura completa del polsosinistro, il destro era già partito mesi fa. O anni fa. Anche ilchiodino sotto i piedi è sparito da molto. A questo punto mi spiace, mafinché qualcuno (chi?) non stanzia nuovi fondi, il crocefisso se neresta nel cassetto in fondo. Oggi l'ho rivisto in corridoio, però agrandezza naturale. Sanguinava copioso. Subito ho pensato a una rissain IIC, poi mi sono accorto della corona di spine e della croce cheportava in spalla, quindi, insomma, era Lui. “Domine, quo vadis?” “Enon parlare latino, che tu sappia io ho mai saputo il latino?” “No, cheio sappia no”. “Mi dà anche un po' ai nervi”. “In effetti ècomprensibile. Ma insomma, Signore, dove vai?” “Dove vado, dove vuoiche vada. A farmi crocifiggere un'altra volta, vado”. “Ma no, dai,Maestro...” “...visto che la prima non è bastata”. “Non te la prendere,ti prego. A scuola succede, le cose cadono, si rompono... ho dovutometterti nel cassetto, ma ti giuro che...” “Ma non ce l'ho con te, cosac'entri te. Sei anche tu un povero cristo”. “Grazie, Maestro”. “Ce l'hocon i farisei, per prima cosa”. “Aaah, i farisei”. “Hai capito, no?”“Beh, magari un aiutino...” “Quelli che mi hanno preso per un simbolodella cultura, della tradizione. Una bandierina, praticamente. Aho', mastiamo a scherzare?” “Però anche la tradizione ha la sua importanza...”“Cioè secondo voi io mi sono fatto inchiodare mani e piedi perrappresentare una tradizione? Cioè, siamo a questo? Babbo Natale, laBefana e Cristo in Croce? Magari vi aspettate che vi porti anche iregali?” “Ma no, non dico questo, però...” “Però niente. Li vedi questichiodi qua? Li vedi?” “Ehm, sì”. “Sono