Anch’egli, è vero, era stato spesso in mezzo a loros’era sentito contento fra i suoi similiaveva fatto la corte alle ragazzeaveva mangiato, ridendo senza orrore, i pesci arrostitiMa poi sempre, talora tutto a un tratto come per incanto,la gioia e la tranquillità l’avevano abbandonatoe quell’illusione grassa e corpacciuta era caduta dal suo spiritoquella soddisfazione di sé, quell’importanzaquella calma stagnante dell’animae s’era sentito trascinare via nella solitudinenella fantasticheria tormentataspinto alla vita vagabonda, alla contemplazione del dolore,dell’incertezza di ogni attività, costretto a fissar gli occhi nell’abisso.
NARCISO E BOCCADORO
Anch’egli, è vero, era stato spesso in mezzo a loros’era sentito contento fra i suoi similiaveva fatto la corte alle ragazzeaveva mangiato, ridendo senza orrore, i pesci arrostitiMa poi sempre, talora tutto a un tratto come per incanto,la gioia e la tranquillità l’avevano abbandonatoe quell’illusione grassa e corpacciuta era caduta dal suo spiritoquella soddisfazione di sé, quell’importanzaquella calma stagnante dell’animae s’era sentito trascinare via nella solitudinenella fantasticheria tormentataspinto alla vita vagabonda, alla contemplazione del dolore,dell’incertezza di ogni attività, costretto a fissar gli occhi nell’abisso.