troppi spiccioli...

Tanti ricordi in soli due anni


In questi sei giorni credo di essere impazzita.Ho avuto allucinazioni, ti vedevo in ogni ombra, sentivo il tuo richiamo in ogni piccolo rumore.Sono impazzita.Il non vederti aspettarmi davanti al parcheggio, o il venirmi incontro quando rientro a casa mi sta facendo impazzire.Solo che sto finendo le lacrime e la speranza mi sta abbandonando.Ricordo quando ti cercavo. e perchè.Ero fuori, non ero a casa mia, ero lontano dai miei affetti umani e non.Così ti ho cercato, ti ho voluto e ti ho scelto. Ho dovuto attendere prima di averti con me, e attendere che tu ti abituassi a me.
Mi ricordo il viaggio per venirti a vedere che eri un batuffolo con due occhioni immensi. E mi ricordo l'emozione quando ti sono venuta a prendere.Ricordo anche tutti i tuoi lamenti durante il viaggio, non ti avevo soprannominato Satana a caso.Ero già in una pessima situazione, e tu, minuscolo batuffolo di pelo, ti rintanavi sotto la macchina del gas ad ogni rumore. Ma il secondo giorno, mentre credevi che io stessi dormendo, ti sei accoccolata vicino a me e li ho capito che eri mia e io ero tua. Dormivi in posizioni assurde!
Dopo pochi giorni hai dovuto affrontare un altro viaggio, scatoloni, traffico e una nuova casa. nuovi odori e tanto spazio.Eravamo solo io e te, e io mi sentivo in colpa ogni volta che ti lasciavo sola tutto il tempo...così ho pensato di trovarti una compagna di gioco. Il destino ha voluto che fossero due. Ricordo quando sono arrivate. Non hai più smesso di giocare.Poi è arrivato lui, voi vi siete coalizzate e non gli avete dato filo da torcere i primi giorni. Ricordo il tuo primo bagno, e ricordo perchè, dopo il secondo non te ne ho fatti più. Non entravi più nel lavandino.Crescevi a vista d'occhio, e così è cresciuta anche la tua pancia prima che potessi accorgermi del "fattaccio".Ricordo ogni singolo istante di quel giorno. Ricordo che hai partorito nel posto più scomodo, assurdo e impensabile di casa. Che erano cinque ma uno non ce l'ha fatta. Che eri stressata e mi hai fatto penare per i tuoi cuccioli. Li spostavi e li nascondevi. Alla fine sono rimasti in due, e con loro hai affrontato un altro viaggio.Ricordo quando ho messo di nuovo piede in casa mia, io, tu e tutta la ciurma di corsa in camera, sbarrando porte e finestre. Ricordo che non hai mai avuto un enorme istinto materno, ma quando l'altra rifiutava i cuccioli, tu li hai adottati come fossero i tuoi.Ricordo anche quando hai visto per la prima volta gli altri cani, e con Gavina siete riuscite a chiuderne uno all'angolo...erano le prime uscite in terrazzo, il primo assaggio di libertà. C'è voluto un po' per abituarmi all'idea che tu potessi uscire ed entrare quando volessi, ma il vederti libera sul prato, venirmi incontro quando rientravo in casa, mi ha ripagato di tutto.Ricordo la prima estate che hai passato qui, sei arrivata che sembravi un leoncino, e quando è giunto il primo caldo la tua criniera è andata sparendo. Ricordo di aver tirato giù ogni santo tutte le volte che rientravi con il pelo arruffato e impicciato e di dovermi armare di santa pazienza e spazzola per levarti tutti quei nodi.Ricordo però anche che ti eri abituata a tutte le bestiole che girano in casa...da che soffiavi i primi giorni, appena i cani ti si avvicinavano tu senza più paura eri passata a strofinartici addosso. Anche se ricordo l'unico morso che mi hai dato. Perchè con me non hai mai usato le unghie ne tantomeno i denti. Ma quella volta c'erano i cuccioli, era un ambiente nuovo, e il pazzo del cane era entrato di corsa in camera...Ricordo la tua prima neve, tu norvegese nel dna, che avevi paura di quella cosa bianca e fredda.Ho troppi ricordi...Ancora sento, anche se so che ora è solo una sensazione, il contatto della tua coda quando passavi sotto il tavolo. A volte ancora sento il tuo miagolio quando mi venivi incontro.Sono sei giorni che non ti vedo, e da ieri notte ormai so che non potrò più vederti. Mi manchi, e mi sento in colpa per non aver potuto far nulla. Mi sento uno schifo perchè non so nulla e non potrò sapere nulla. Non so se sei stata ferita e sei rimasta agonizzate, se qualcuno ti ha preso e ti ha portato con se, o se ti sei smarrita per cercare un posto fresco visto il gran caldo. Sto male e non riesco a passare oltre, a lasciarti andare. Il non sapere lascia aperta quella dannata porta di uno spiraglio, un barlume di speranza che continua ad uccidermi giorno dopo giorno. Vorrei poter credere alle storie a lieto fine, ma non sono più una bambina e non vivo in un film.Devo solo riuscire a dirti addio. e forse un giorno ce la farò.Ciao piccola mia.